Accettare

SempliceMente

La vita non è un affare da amministrare ma un mistero da vivere..

quando dal tutto e subito..

dal chi credevo di essere forse più per essere come volevano coloro a cui cercavo di piacere..

dal chi volevo essere per piacere e per piacermi..

dal chi apprezza la vittoria più che la fatica per ottenerla..

quando da chi cerca la sua identità attraverso e oltre i vincoli che la mente assimila lungo il viaggio..

sprovvista di gabbie dorate e di senso di conformismo..

in fuga verso non si sa dove..

come una banderuola al vento..

verso il folle volo..

chi come un cavallo nella prateria che viene preso ed addestrato ma con il sangue puro che stride e scalcia..

tempo.. tempo.. tempo..

il tempo passa e le ali si riparano..

quelle ali spezzate per un volo oltre i consueti confini..

chi sperimenta cade..

ma chi cade si rialza..

il tempo di riparare le ali..

vivere nella gabbia dorata il tempo minimo per non rischiare un altro folle volo

ma sufficiente per non perdere la voglia di viaggiare..

ognuno viaggia con il proprio stile..

ma chi lo conosce?

chi vive nella gabbia dorata credendo di essere libero?

chi fugge da essa perchè non si sente appagato?

o chi comprende le proprie possibilità, i propri limiti e le proprie aspirazioni

e cerca di realizzarle proprio a seconda di quanto è..

della sua essenza..

ora non volo più ad alta quota..

non per rinuncia ma perchè lì la troppa luce ti acceca e le mie ali non sono tanto forti da reggere il gesto necessario a non precipitare, perchè oltre ogni logica la gravità sembra l'unica forza scinetifica certa..

si precipita...

ma non mi fa tanto paura il folle volo con relativo precipizio e caduta..

semplicemente non mi interessa più volare per fuggire

semplicemente perchè le cose che si vivono a quote minori mi inziano ad interessare..

prima credevo di essermi adattata, conformata, piegata..

ora ritengo di essermi, nel modo più complesso e inusuale, più semplicemente ritrovata..

da questa altezza mi godo meglio l'alba, senza venirne accecata..

ed il tramondo, senza venirne inghiottita..

inizio a scorgere i diversi  colori  che ci sono tra il bianco ed il nero..

il mio essere ribelle emerge ma non per dissidio, non per protesta,

stranamente scopro di poter correre quando ne ho forza e voglia..

e rallentare quando sono stanca e voglia..

scopro che sono sempre quella di ieri..

lo sono sempre stata, anche quando credevo di essermi persa..

sono semplicemente cresciuta..

ancora davanti a me c'è un lungo viaggio, che è la vita..

ma ora volo con la consapevolezza

di sapere chi ero..

chi sono..

e dove voglio andare..

le mie energie, la mia cretività, la mia profondità,

come la mia allegria, gioia e vivicità

sembrano essersi riconciliate con la Natura..

quello che ho semplicemente vissuto

è stata la ricerca autentica della mia arte di vivere..

non sono nata con questo talento..

o meglio non sapevo come usarlo..

ora trovo difficoltà con il resto del mondo..

spesso straniera, spesso sorella, spesso compagna..

spesso impaziente..

scrivo per chi vive le animosità del folle volo..

scrivo per chi ha il coraggio di volare lontano dalla gabbia dorata

per perdersi e ritrovarsi..

scrivo per chi non da senso al suo dolore..

perchè possa trovarlo proprio in fondo al cuore..

 

Ognuno ha il suo stile..

ognuno il suo viaggio..

il mio è passato dalla visione del corpo..

a quello della mente..

alla dimensione spirituale..

per giungere alla consapevolezza

che quel che sappiamo di noi, degli altri, del mondo

è talmente poco

che solo il coraggio può farci scoprire il resto..

 

buon viaggio a tutti..

 

Il mio viaggio prosegue..

SempliceMente

BB

 

La metafora di Paperino

La metafora di Paperino, nella sua semplicità descrittiva, è in realtà un luogo di complessità in cui convergono vari atteggiamenti.

 

Paperino fatica a prendere l’iniziativa perché non conosce le sue capacità, non si stima e non conosce i suoi limiti, ma soprattutto vede il lavoro come un dovere, una costrizione. Il lavoro non gratifica e, spesso, si traduce in un fallimento. Alla base vi è una carenza di motivazione che scaturisce da rappresentazioni negative del lavoro e si traduce in un atteggiamento di disorganizzazione di fronte ai compiti.

 

E' necessario accettarsi e saper trovare un insieme di atteggiamenti e comportamenti positivi e costruttivi nei confronti del proprio futuro lavorativo, affinchè si possa cominciare ad agire sull’ambiente e si possano compiere scelte consapevoli e soddisfacenti per se stesso ed il proprio benessere.

 

Tratto da Associazione Arcobaleno