Stigma

Essere normale o essere diverso?

 

gruppo di scimmie

Spesso  la società critica le persone, vede diversamente alcuni dei loro comportamenti perchè non rientrano nella norma.  Ma prima di dire qualcosa, dobbiamo chiederci: che cosa è essere normale e che cosa è essere diverso? Le cose normali e diverse non esistono, non sono nulla di più di una serie di lineamenti culturali. 

  Anche facendo  le cose semplici senza aprire la mente a nuove aspettative, l'unica cosa che  guadagneremo sarà che  finiremo intrappolati in questo paradigma sociale.  Se continuiamo a fare lo stesso non creeremo cose nuove per contribuire alla società.  Questo è il motivo per cui tutto ciò che è  fuori dalla norma o insolito è stato stigmatizzato in un termine improprio,  ed è visto come una cosa negativa.


Molte volte abbiamo giudicato male le persone solo a causa del loro aspetto, ma non tutto ciò che vediamo è ciò che effettivamente si è. Si dice che le persone vedono ciò che vogliono, non ciò che è vero.

Essere diversi dagli altri è comunicare, come tutti, ma in un altro modo. Se aprissimo le nostre menti e guardassimo le cose da diversi punti di vista e non solo da uno, riusciremo a rompere  con il paradigma di ciò che è normale e ciò che è  diverso. Ci renderemo conto che la normalità, non è niente di più che immaginarie linee imposte dalle persone. Queste linee definiscono un'area e tutto ciò che è al di fuori o oltre questi limiti, rappresenta ciò che è diverso.

Se tutti siamo umani, cosa causa la disputa tra la normalità e l'anormalità, tra ciò che è diverso e il suo contrario?  Se non conosciamo la risposta, non facciamo lo sbaglio di stigmatizzare gli altri in questi  gruppi che in realtà non esistono.  Siamo tutti uguali,  alcune persone pensano diversamente dagli altri.

Noi non siamo diversi dagli altri, gli altri sono diversi da noi.  Essere diversi è l'incapacità di comunicare, essere diverso è uno stato intermedio e la gente ha sempre più paura di essere diversa.

 Fonte

Cos'è lo Stigma-Autostigma

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La parola "stigma" è attualmente usata per indicare che, nello specifico, la diagnosi di malattia mentale e i comportamenti che la accompagnano, risvegliano nelle persone atteggiamenti negativi e di rifiuto senza che ci sia una conoscenza del problema. Lo stigma che accompagna la malattia mentale, crea un circolo vizioso di alienazione e discriminazione, intesa come privazione di diritti e benefici, per la persona malata, la sua famiglia e tutto l'ambiente ad essi circostante, diventando spesso la fonte principale di un grave isolamento sociale, dell'incapacità a trovare una casa o un lavoro, di comportamenti di abuso di alcool e di sostanze, di fenomeni di emarginazione e di una protratta marginalizzazione.
Nella pratica psichiatrica gli interventi che mirano a contrastare questi atteggiamenti hanno assunto un ruolo sempre più rilevante proprio perché la persona che soffre di una malattia mentale si trova a dover combattere su due fronti: da un lato l'esperienza di malattia, con tutto ciò che questo comporta in termini di sofferenza, menomazioni e disabilità e, dall'altro, con le reazioni dell'ambiente sociale e lo stigma che circonda il disturbo mentale e che, in particolare nel caso della schizofrenia, rappresenta una vera e propria "seconda malattia" (Finzen, 1996).
Le condizioni di vita soggettive e oggettive delle persone con malattia mentale non dipendono quindi solo dalla gravità della malattia, ma anche dal grado di accettazione all'interno della famiglia e nella società in generale.
Pericolosità, inguaribilità, incomprensibilità, improduttività e irresponsabilità sono i pregiudizi che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato come condizioni diffuse che impediscono in tutti i paesi l'accesso ottimale ai processi terapeutici ed emancipativi di queste persone ed ha invitato tutti i governi a fare tutto quanto in loro potere per fronteggiare la condizione di stigmatizzazione e, di fatto, di debolezza del diritto delle persone affette da disturbo mentale e delle loro famiglie.



Autostigma
Una delle conseguenze più gravi di discriminazione è la creazione di autostigma (si crea un circolo vizioso). I pregiudizi spesso colpiscono il paziente al punto tale che assume come vero quanto asserito dagli altri , perde la fiducia in se stessi e nella propria capacità di condurre una vita normale.
Stereotipi e pregiudizi inculcati nella persona che pertanto tende ad assumere atteggiamenti quali auto emarginazione e autodiscriminazione. Vengono generate reazioni emotive negative , si perde il senso di padronanza di sè, non si riesce a trovare lavoro o vivere in modo indipendente, e non si può nemmeno tentare. Ciò può portare al fallimento del trattamento, e a respingere la malattia mentale e a niente può servire l'aiuto dei parenti e del personale dei servizi di salute mentale.

Fonte: www.ulss7.it/percorsi/le-fragilita/salute-mentale