Non Esco
Guardo fuori ma non esco, è più sana la mia assenza Non rispondo più al segnale t'ho già detto non ci sono,
Non bussare, non rispondo, Te l'ho detto o l'ho pensato: Tutti zitti. A chi lo dico, Non son diventata fessa,
Son la prima a non sapere se le voci siano vere. Se anche il timpano non vibra è il cervello che si libra.
Cosa cambia, poi, alla fine? Non c'è mica differenza: sono cose assai vicine la realtà e la sua apparenza.
Sono sola in compagnia dei ricordi, dei rimorsi, dei pensieri e dei ricorsi di una vita che va via.
Tante volte sono uscita, e non è ch'io sia pentita. Era quasi divertente, ma non è servito a niente.
Sono uscita come tutti e ho provato a camminare. Ma ho raccolto solo lutti. Io non c'ho saputo fare,
Per un attimo di gloria il biglietto è troppo caro. E disgusta poi l'amaro della fine della storia.
Per sentirmi più accettata devo far l'esagerata, far battute senza pausa, ribaltare effetto e causa.
Tutti ridono felici, quando servo l'allegria: tutti allora son miei amici, son richiesta in compagnia.
Ma è un costrutto, un artefatto, mantenere questo tono; quando emergo quale sono han paura del contatto.
Ma perché? Non faccio male, non ho un virus contagioso... Sono un mare troppo ondoso, son più intensa del normale,
ma perché questa paura, questa fuga dalla pista, questa vile vostra dura posizione assolutista?
E' sleale l'alleanza di un milione contro uno: io mi chiudo in una stanza e non apro più a nessuno.
Siete pecore nel gregge che han paura di un agnello che diverso porta il vello. Non dettate voi la legge.
No, non esco per quest'anno. Forse ancora sto aspettando quel Godot che tutti sanno. Ma mi chiedo fino a quando.
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Commenti
Un caro saluto
Romana
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