Letture per riflettere

Inconcludenza

Una parola nella mia testa riecheggia da ieri, fino a che adesso non decido di mettere tutto nero su bianco: è l’inconcludenza. Chi nella vita non si è sentito mai inconcludente, non potrebbe capire bene cosa succede ad una persona che, facendosi un esame di coscienza, riesce a dire di se stesso che è solo e soltanto un inconcludente.

Funziona così: sbirci la tua vita passata, filtri ieri con oggi, ne trai le conseguenze e decidi che alla fine sei il ritratto dell’essere inconcludente. E forse è tutta colpa tua, o di un insieme di fattori e di situazioni che hanno portato alla fase di stallo e le fasi di stallo, si sa, possono anche durare tanto, a volte fino a sfiorare l’eternità.

Ma chi è che alla fine nella vita che non si è mai sentito un inconcludente?

Per tanti anni io lo sono stata - e a volte continuo ad esserlo - quando facevo qualcosa e non mi veniva bene, quando tenevo in piedi una relazione che mi faceva stare più male che bene, quando mi sono trovata davanti ad una marea di problemi e senza una vaga idea di dove mettere le mani. Ah che brutta bestia l’inconcludenza! Ma alla fine a me le cose fatte e finite mi piacciono solo in alcuni campi e nella vita di tutti i giorni, nelle emozioni, nei sentimenti e negli umori non so quanto davvero possa preferire altro all’inconcludenza. L’inconcludenza ci si appiccica addosso perché ci rendiamo conto che forse abbiamo lasciato andare via delle cose, o forse è stato in quell’attimo, che ciechi più di tutti, abbiamo perso l’occasione, o ancora, sarà forse che non ci importava poi molto di nulla, fatto sta che le cose si perdono e non sempre si ritrovano. E’ quando arriva la smania di fare i conti con se stessi, che l’inconcludenza arriva e ti presenta il conto, lei gode più di tutti, e tu con il carico degli anni ti senti solo un po’ più frustrato e nervoso.

Io con la mia di inconcludenza ho imparato a conviverci, facciamo colazione insieme, pranzo, ci faccio anche dei bei discorsi, lei fa parte della mia vita, a volte è scomoda, altre no. C’è un libro bellissimo di Benjamin Anastas “Diario di un inconcludenteappunto, dove William, il personaggio, rivendica con orgoglio questo suo stato, e perché non farlo anche noi? Perché avere la smania del fatto, finito e pronto all’uso? Perché cerchiamo con smania crescente una vita che non abbia grinze, che sia perfettamente liscia? Sai che noia! Se ti senti inconcludente, non è detto che tu lo sarai per sempre.

Se senti che qualcosa non gira per il verso sperato, non è detto che magari domani non possa cambiare, ma sempre se tu lo vuoi, se lo cerchi, e se sei pronto a rischiare qualche pezzo di te, ché si sa, nulla piove dal cielo. Forse siamo figli della logica del quattro salti in padella anche per le questioni importanti, e non solo per i pasti fugaci che stanchi ci prepariamo la sera.

Oggi molti pensano poco e male, fanno lo stesso a tavola, e tutto questo perché non si ha voglia di mettersi lì a ravanare nei ricordi e nella vita, alla ricerca dei propri errori e responsabilità. Per questo molti cercano le soluzioni pronte, veloci e all’apparenza indolori, ma che causano più danni di una sana presa di coscienza del proprio stato.

Personalmente abituata a scavarmi dentro, a sguazzare tra le mie mille contrastanti sensazioni, a testare sulla mia pelle tutto quello che mi accade nella vita, posso dire di detestare sia le soluzioni surgelate nella vita, quanto a tavola, perché le trovo di una sterilità senza fine e senza pari.

Vogliamo mettere il gusto di ispezionarci, insultarci, meravigliarci, odiarci, amarci rispetto ad una soluzione rapida, fittizia e di breve durata?

Costa fatica capirsi, lo so, ma forse tutto questo vale la pena per il risultato. Poco importa se ci saranno parti di noi inconcludenti che ci daranno il buongiorno o la buonanotte a seconda dei casi, ma almeno sapremo di aver fatto tanto per noi, perché ce lo dobbiamo, perché siamo consapevoli che tutto quel che ci accade, se siamo umani, non ci scivola addosso.

Tutto viene assorbito con un’avidità senza pari, perché abbiamo fame, perché di qualcosa dovremo pur nutrirci, perché l’inconcludenza forse dovrebbe spingerci a cercare le ragioni giù nel fondo.

 

Profondamente e spesso inconcludente… Elle!

Tratto dal Blog

Commenti   

+1 #2 ricki 2014-07-02 15:32
:lol: la mia esperienza nasce da poco da qualche anno . Prima ero felicissimo nella mia vita quasi arrogante. Tutto filava liscio il mio lavoro ok le mie passioni il futuro lo vedevo roseo .... poi mi innamoro e incomincio a chiedermi se non fosse il caso di dedicarmi un po di piu alla mia viita di coppia .. prendo delle decisioni drastiche vendo la mia casa e inizio una nuova vita... qualche problema ... ma che inporta ... ce la faro IO sono forte e le cose iniziano a prendere una piega strana ...arrivo fino al punto che non riesco neppure a organizarmi per fare una semplice ccosa come ad esempio andare alle poste e pagare un bollettino .... sono li li per farlo e rimando ... e poi scade.... penso a come ero e mi rimpiango ... e penso che non saro piu la persona positiva e fort che ero
Un saluto e un grazie a tutti
-1 #1 errico 2013-10-28 18:27
io sono mr inconcludenza..ma questa cosa mi brucia e sto cercando seriamente di svegliarmi fuori.
è brutto essere così perchè ti releghi nella posizione di spettatore nella vita e non vivi più attivamente.
ma che diavolo ci prende?

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