Stabilizzatori dell'umore

Si dicono stabilizzatori dell'umore i farmaci attivi nel trattamento dell'episodio maniacale e nella prevenzione delle recidive (di nuovi episodi) del disturbo bipolare.
Essi comprendono il litio ed alcuni farmaci usati anche come antiepilettici (valproato, carbamazepina, lamotrigina, topiramato).
La risposta dei pazienti con disturbo bipolare al trattamento a lungo termine con questi farmaci è molto variabile: in alcuni casi si ottiene la soppressione completa degli episodi maniacali e depressivi; in altri soltanto una riduzione della loro frequenza e/o intensità e/o durata; in altri casi ancora, purtroppo, la risposta è modesta o assente.
Il farmaco di prima scelta rimane il litio. Nel paziente in trattamento con questo farmaco, è prescritto il monitoraggio regolare dei livelli plasmatici, allo scopo di prevenire l'insorgenza di effetti tossici. Anche alle dosi terapeutiche, il litio induce abbastanza frequentemente effetti indesiderati (di cui i più comuni sono l'aumento della diuresi e della sete, il tremore e l'aumento di peso).
I più comuni effetti indesiderati degli altri stabilizzatori dell'umore sono per il valproato disturbi gastrointestinali e tremore; per la carbamazepina astenia, nausea, vertigini, mal di testa; per la lamotrigina vertigini, disturbi del sonno ed eruzioni cutanee; per il gabapentin sonnolenza, vertigini ed astenia; per il topiramato vertigini, tremore e disturbi dell'eloquio.

Valproato (Depakin)

La prima dimostrazione di efficacia nel disturbo bipolare dfell'Acido Valproico risale al 1966, in uno studio condotto in aperto su un campione di 141 pazienti (Lambert, 1966 #965). Negli anni successivi una serie di esperienze in cross over controllate in aperto contro placebo, forniva la conferma dell’utilità nel trattamento della mania e di un’efficacia minore, ma registrata, nella cura della depressione (Bowden, 1995 #966).
Risale tuttavia solo al 1995 l’approvazione ufficiale dell’FDA per il trattamento della mania.

Recenti evidenze mostrano che il Valproato condivide alcune delle azioni farmacologiche proprie del litio: analogamente allo ione, l’anticonvulsivante interviene sulla cascata dell’inositolo, riducendo l’attività della protein kinasi C, delle proteine G e la disponibilità dei relativi substrati MARCKS (Myristoylated Alanine-Rich C Kinase Substrate), che giocano un ruolo chiave nei processi di plasticità neuronale (Watson, 1998 #479).

Utilizzato in monoterapia in circa 1/3 dei pazienti bipolari, è ciononostante uno dei farmaci più studiati ed impiegati nelle strategie di combinazione.
Nel trattamento della forma acuta della mania, la monoterapia con Valproato ha efficacia simile a quella degli antipsicotici e del Litio, mentre la combinazione del Valproato con un antipsicotico è più efficace rispetto al singolo farmaco.

Nella terapia di mantenimento del disturbo bipolare, la monoterapia con Valproato ha un’efficacia comparabile a quella dell’Olanzapina ( Zyprexa ) sebbene l’evidenza controllata con placebo sia limitata.
La terapia di mantenimento con Valproato e Quetiapina (Seroquel) o Olanzapina è più efficace del solo Valproato quando un episodio acuto risponde alla combinazione.

Lamotrigina (Lamictal)

La lamotrigina (commercializzata in Italia col nome di Lamictal dalla GlaxoSmithKline), è un farmaco antiepilettico utilizzato per il trattamento dell'epilessia e del disturbo bipolare.
Nell'epilessia il farmaco è utilizzato per le crisi parziali, dette anche focali o jacksoniane, per le crisi di tipo tonico-clonico (o crisi denominate "grande male") e per le crisi associate alla sindrome di Lennox-Gastaut.

La lamotrigina agisce anche come stabilizzatore dell'umore. È il primo farmaco dopo il litio approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per la terapia stabilizzante del disturbo bipolare. Tuttavia non ci sono prove definitive che la molecola prevenga l'insorgere della mania; molti infatti tendono a catalogarlo come antidepressivo.
Paragonata agli altri farmaci antiepilettici, e al litio per il disturbo bipolare, la lamotrigina ha minori effetti collaterali, e a differenza per esempio del litio non rende necessari periodici controlli del sangue.

Il meccanismo con cui la molecola agisce non è ancora del tutto chiaro. Ci sono prove che, data la sua somiglianza con un gruppo di guanidina ciclico e con la struttura dell'amiloride, essa possa interferire con la funzionalità dei canali del sodio voltaggio-dipendenti ed impedire il rilascio neuronale di glutammato. In aggiunta, nell'animale da esperimento sembra che parte della sua azione possa coinvolgere i recettori post-sinaptici di tipo 5-HT1A della serotonina e della noradrenalina.

La lamotrigina è molto efficace nel controllo della rapida ciclicità e degli stati bipolari misti, nelle persone che non hanno risposto al litio, alla carbamazepina e/o al valproato. Risulta anche efficace come trattamento parziale per pazienti affetti da depressione maggiore; recentemente è stata scoperta la sua efficacia per il Disturbo post traumatico da stress (PTSD) e per il Disturbo borderline di personalità (BPD).

Litio

 

litioDa quando nel 1949 l'australiano John Cade pubblico il suo articolo "Sali di litio nel trattamento della agitazione psicotica", il litio (Sali di litio, Carbolithium) non ha smesso di essere usato in psichiatria.  Dal 1970 in poi, dopo una serie di studi controllati sull’efficacia e la tollerabilità del farmaco, è il farmaco più comunemente usato per il trattamento a breve termine e la profilassi della depressione bipolare e del disturbo bipolare I. Può essere molto efficace nell'uso a lungo termine e la sua farmacocinetica prevedibile permette di mantenerne facilmente i livelli sierici in un finestra terapeutica relativamente stretta.

 

 

Oxcarbazepina (Tolep)

tolep_structLa disponibilità di nuovi farmaci antiepilettici ha permesso di ampliare l’armamentario terapeutico a disposizione per il trattamento dei disturbi dell’umore. Alcuni farmaci antiepilettici come la carbamazepina e il valproato sono entrati nell’impiego comune ed hanno affiancato il litio nel trattamento della mania, degli stati misti e nella profilassi delle ricadute.

Carbamazepina (Tegretol) è stato il primo antiepilettico introdotto in questo contesto e ha dimostrato di poter rappresentare uno dei principali strumenti terapeutici nei pazienti affetti da disturbo bipolare Tuttavia il problema delle interazioni farmacologiche e degli effetti collaterali rappresenta spesso un limite al suo utilizzo.