"Se la razza umana sopravvive, ho il sospetto che gli uomini del futuro, guarderanno indietro alla nostra epoca illuminata come un vero e proprio Age of Darkness (Era dell'oscurità)... Si vedrà che quello che era considerato malattia era una delle forme in cui, attraverso la gente comune, la luce ha iniziato a irrompere nelle nostre fin troppo chiuse menti ".
"L'esperienza e il comportamento che viene etichettato schizofrenico è una strategia particolare che una persona inventa, al fine di sopravvivere in una situazione insostenibile."
Analizzato dallo psicoanalista inglese Charles Rycroft presto sviluppò una visione della psicopatologia del tutto originale. In alcuni saggi famosi propose un nuovo punto di vista sulla malattia mentale. In particolare scrisse sulla condizione schizoide e sulla psicosi.
Nel suo primo libro, L'io diviso (The divided self, Glasgow 1955), pubblicato a soli ventotto anni, dichiarava apertamente di ispirarsi alla filosofia esistenzialista e definisce la sua prospettiva "psichiatria esistenziale", nella linea di Karl Jaspers e Ludwig Binswanger, dai quali in seguito, a partire da "La politica dell'espereinza", si allontanò per dar luogo all'esperienza antipsichiatrica.
Fu uno dei primi medici a descrivere la malattia mentale come una forma di "esperienza" esistenziale o punto di vista che, in linea di principio, è perfettamente comprensibile agli altri e dotato di senso. In particolare, in L'io diviso suggerisce come le problematiche inerenti all'insicurezza ontologica del singolo individuo si intreccino con la variegata fenomenologia delle turbe psichiche.
A partire da queste riflessioni svilupperà la tematica, centrale negli psichiatri che a Laing e all'antipsichiatria faranno riferimento, delle dinamiche di invalidazione tipiche delle famiglie schizofrenogeniche. Si leggano a proposito sia "La politica della famiglia" che "Follia e normalità nella famiglia".