Pensieri liberi

Il dottor C.

Discarica di rifiuti tossici
Il dottor C. è un tipo pratico, non ha tempo da perdere, soprattutto con dei mocciosi che chiedono lui se possono essere dimessi.

E nononononono......., ancora non è il momento, ancora due o tre giorni, due o tre giorni nella quiete del reparto avvolti dal doppio guanciale dei farmaci.
E se uno è refrattario ai farmaci come si fa? Semplice, gli si fanno assumere lo stesso per vie traverse, il dottor C. è così protervo da ammetterlo senza giri di parole. A me è accaduto, non ho capito come me li somministrassero, ma arrivava il momento, la sera, in cui non ero più capace di articolare le parole. L'unica è piegarsi ed assumerli, le senti le bombe bioniche che ti entrano dentro e ti annebbiano, ma se non ti adegui non esci più, dunque buon viso a cattivo gioco. Il dottor C. è di poche parole, non è laconico, è semplicemente un impiegato annoiato che starebbe meglio al catasto, in un certo senso lavora anche lui al catasto, con uno sguardo ti prende le misure, con un altro sguardo ti calcola la terapia, poi con aria seccata ti liquida. Sei il solito dettaglio tecnico che ti trovi ad essere dappertutto, non c'è differenza, che sia il tuo cervello o il tuo lavoro o la tua vita devi essere sempre pronto a firmare una cambiale.
E pensare che il dottor C. non sarebbe nemmeno brutto se avesse un' altra faccia, sarebbe anche aitante se avesse un altro fisico, sarebbe affascinante se non parlasse, in fondo non gli manca niente, è il macchinista di un treno a vapore dove sui durissimi sedili in legno sopravvivono i viaggiatori.
Gli infermieri controllori, mentre il dottor C. sbadiglia nel suo ufficio, si aggirano per i vagoni con le loro merendine, ma nelle loro merendine non c'è mai la sorpresa, potrebbero intonare una canzone come dei menestrelli, la ballata dello Zyprexa.

 

You have no rights to post comments