Antipsicotici o neurolettici

Il termine neurolettico (o antipsicotico) è utilizzato genericamente per definire una classedi psicofarmaci utilizzati per il trattamento delle psicosi come, ad esempio, la schizofrenia o il disturbo bipolare.

Ai primi del '900 si scoprì che un derivato dell'anilina, la prometazina, possedeva interessanti proprietà sedative e antiallergiche. Da questa fu derivata la clorpromazina, che fu usata inizialmente come sedativo e che Henry Laborit scoprì essere in grado di indurre una specie di particolare indifferenza agli stimoli ambientali senza peraltro alterare lo stato di vigilanza.

Grazie all'enorme successo commerciale della cloropromazina, la ricerca dei nuovi neurolettici era comunque avviata e nel giro di una decina di anni si giunse all'individuazione e alla messa a punto di quasi tutte le maggiori classi di prodotti antipsicotici di cui disponiamo oggi: in tutto una ventina di diverse fenotiazine, prodotti assai simili strutturalmente alla cloropromazina, ed anche tioxanteni, dibenzazepine, il butirrofenone, le difenilbutilpiperidine ed altre ancora.

Recentemente si è vista l'introduzione di nuovi antipsicotici, dotati di una affinità ad ampio spettro per i siti dopaminergici e serotonergici, quali risperidone, clozapina, olanzapina, quetiapina, e aripiprazolo. Questi nuovi antipsicotici sembrano determinare con frequenza sensibilmente minore i sintomi extrapiramidali, e sono efficaci nel trattamento dei sintomi sia positivi che negativi delle psicosi gravi e croniche.

Meccanismo di azione

Gli antipsicotici presentano un'azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria. Vengono impiegati prevalentemente per la terapia della schizofrenia e di altre manifestazioni psicotiche: possono essere somministrati per via orale, intramuscolare o endovenosa: a dosaggi adeguati riducono il delirio, le allucinazioni, le anomalie comportamentali degli psicotici, favorendone il reinserimento sociale. Se assunti da un soggetto non psicotico, non producono uno stato di sedazione quanto piuttosto una estrema indifferenza agli stimoli ambientali e un fortissimo appiattimento emotivo (effetto atarassizzante).

I siti d'azione dei farmaci antipsicotici sono le vie dopaminergiche, più in particolare le vie dopaminergiche che da livello mesencefalico si proiettano verso l'area del pensiero situata nella corteccia. I bersagli sono i recettori della dopamina: D1, D2, D3, D4; questi ultimi due sono delle sotto popolazioni dei D2 e sono molto importanti in quanto i farmaci di nuova generazione hanno un'attività maggiormente affine ad essi generando meno effetti collaterali rispetto a farmaci con uno spettro d'azione maggiore.

Effetti collaterali

Il problema di questi farmaci è quello di essere il più selettivi possibile, purtroppo un loro uso da un punto di vista cronico va generalmente a interferire con altre vie dopaminergiche generando così due particolari sindromi, chiamate: sindrome neurolettica e sindrome extrapiramidale. Nella prima si verifica la riduzione di movimenti spontanei, con riflessi spinali che rimangono comunque intatti; la seconda consiste in sintomatologie simili al morbo di parkinson caratterizzate quindi da tremori, bradicinesia e rigidità. Tra gli effetti extrapiramidali vi sono rigidità dei muscoli e dei movimenti, mancanza di espressività del volto, irrequietezza motoria, lentezza o blocco dei movimenti, rallentamento della ideazione e dei riflessi. Gli antipsicotici di prima generazione provocavano anche discinesia tardiva (movimenti involontari o semivolontari rapidi simili a tic, lente contorsioni muscolari di lingua, volto, collo, del tronco, dei muscoli della deglutizione e della respirazione).

Gli effetti collaterali più comuni sono: pesantezza del capo, torpore, debolezza, senso di svenimento, secchezza della bocca e difficoltà di accomodazione visiva, impotenza, stitichezza, difficoltà urinarie, sensibilizzazione della pelle (alterazione del colorito ed eruzioni cutanee), alterazione del ciclo mestruale, tendenza all'ingrassamento, aumento della temperatura corporea, sbalzi di pressione sanguigna; possono accentuare la tendenza alle convulsioni i pazienti epilettici. Recentemente è stato osservato che gli antipsicotici atipici possono provocare discinesie tardive.

Antipsicotici atipici

 

Da un punto di vista farmacologico gli antipsicotici atipici hanno la caratteristica di -- bloccare sia i recettori dopaminergici D2 più nel sistema mesolimbico in quello extrapiramidale

- bloccare i recettori serotoninergici 5-HT2A a livello delle quattro vie dopaminergiche cerebrali questo stimola il rilascio di dopamina a livello delle diverse vie dopaminergiche in quantità variabile a seconda della quantità di questo sottotipo di recettori presente nella via.

L\'antagonismo dei recettori 5-HT2A contrasta l\'antagonismo dei recettori D2 della dopamina a livello delle vie extrapiramidali con conseguente riduzione dei sintomi extrapiramidali, della discinesia tardiva e della prolattinemia

Nella via mesolimbica invece l\'antagonismo dei recettori 5-HT2A della serotonina non riesce ad annullare l\'antagonismo dei recettori D2 della dopamina permettendo così a questi composti di essere attivi sui sintomi positivi della schizofrenia

Oltre ad essere degli antagonisti serotonino-dopaminergici (SDA) alcuni agenti di questa classe interagiscono con molti altri sottotipi recettoriali sia per la dopamina che per la serotonina.

Inoltre sono coinvolti in altri sistemi neurotrasmettitoriali attraverso:

  • il blocco della ricaptazione noradrenergica

  • il blocco della ricaptazione serotoninergica

  • il blocco dei recettori muscarinici M1

  • il blocco dei recettori istaminici H1

  • il blocco dei recettori adrenergici ?1 e ?2

I vari antipsicotici atipici si differenziano tra di loro in termini di capacità di blocco dei vari recettori.

Una maggiore occupazione dei recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto ai dopaminergici D2 conferisce minori effetti extrapiramidali.

Una maggiore occupazione dei recettori adrenergici causa effetti cardiovascolari più pronunciati (ipotensione ortostatica, sonnolenza e vertigini).

Una maggiore occupazione dei recettori muscarinici M1 causa effetti collaterali antimuscarinici ( xerostimia, visione offuscata, stipsi e sonnolenza).

Una maggiore occupazione dei recettori istaminergici H1 può causare guadagno ponderale e sonnolenza.

In generale gli antipsicotici atipici vanno usati con cautela in quei pazienti con malattia cardiovascolare, con anamnesi positiva per epilessia e con insufficenza renali .

Olanzapina e Risperidone sono associati ad un rischio maggiore di ictus in pazienti anziani affetti da demenza.

Gli effetti indesiderati comprendono effetti extrapiramidali in genere lievi e transitori (che rispondono a una riduzione della dose o a farmaci antimuscarinici) e discinesia tardiva nel trattamento a lungo termine. Inoltre possono insorgere con alcuni composti di questa classe iperglicemia e talvolta diabete, effetti ematologici(discrasie ematiche con leucopenia e agranulocitosi), cardiaci e reazioni cutanee. Di rado è stata riportata sindrome maligna da neurolettici. Altri effetti collaterali  possono essere aumento di peso, senso di instabilità e ipotensione posturale.

Le singole molecole sono:

  • Amisulpiride

  • Aripiprazolo

  • Clozapina

  • Olanzapina

  • Paliperidone

  • Quetiapina

  • Risperidone

 

Fonte : Associazione SOS cervello

Antipsicotici tipici

La loro caratteristica farmacologica principale sta nel bloccare i recettori della dopamina D2 a livello delle 4 vie dopaminergiche cerebrali:

  • via mesolimbica

  • via mesocorticale

  • via nigrostriatale

  • via tuberoinfundibolare

Mentre il blocco a livello della prima via determinare l’azione terapeutica, il blocco a livello delle altre vie genera gli effetti collaterali tipici di questi farmaci come :

- la “sindrome deficitaria indotta da neurolettici”: consiste in sintomi secondari (come depressione, ansia, appiattimento emotivo) e cognitivi (decadimento cognitivo);

 

- I Sintomi Extra-Piramidali (EPS) : consistono in disturbi del movimento molto simili a quelli del Morbo di Parkinson (che includono il tremore e distonia ovvero movimenti anomali del viso e del corpo) e acatisia (irrequietezza motoria).

A seguito di somministrazione a lungo termine di antipsicotici atipici si può produrre un disturbo del movimento ipercinetico noto come discinesia tardiva , caratterizzato da movimenti ritmici e involontari del volto, della lingua e della mandibola, e da movimenti degli arti che possono essere rapidi o scattanti o coreiformi (simili a una danza)

 

- l’iperprolattinemia: un aumento della concentrazione plasmatica di prolattina che è associata a galattorrea (secrezioni dalla mammella) e ad amenorrea (ciclo mestruale irregolare) e può interferire con la fertilità, con la demineralizzazione ossea e inoltre viene associata a disfunzione sessuale e guadagno ponderale

 

Oltre a bloccare i recettori D2 nelle quattro vie dopaminergiche, i neurolettici tipci hanno altre proprietà farmacologiche quali:

- il blocco dei recettori colinergici muscarinici M1, con la possibilità di effetti collaterali quali secchezza delle fauci, visione offuscata, stipsi e sonnolenza

- il blocco dei recettori adrenergici ?1 , abbinato ad effetti collaterali cardiovascolari quali ipotensione ortostatica, sonnolenza e vertigini.

- il blocco dei recettori istaminergici H1 , con comparsa di effetti collaterali quali guadagno ponderale e sonnolenza.

 

I vari farmaci antipsicotici tipici differiscono in termini di capacità di blocco dei vari recettori con consguente differenza negli effetti collaterali senza differire sostanzialmente nel profilo terapeutico.

Ad ogni modo gli effetti collaterali degli antipsicotici tipici i più fastidiosi sono gli effetti extrapiramidali. Essi dipendono in parte dalle dosi e in parte dal tipo di farmaco e dalla sensibilità del paziente.

In genere gli effetti collaterali si gestiscono con la riduzione delle dosi e con la sospensione periodica del trattamento.

All’ interno di questa classe ci sono numerosi composti che possiamo raggruppare in 8 differenti classi chimiche con differenti attvità sui vari sistemi recettoriali

 

CLASSE MOLECOLA NOMI COMMERCIALI
FENOTIAZINE CLORPROMAZINA Largactil, Prozin
DIXIRAZINA Esucos
FLUFENAZINA Anatensol
FLUFENAZINA DECANOATO Moditen Depôt
LEVOMEPROMAZINA Nozinan
PERFENAZINA Trilafon
PERFENAZINA ENANTATO Trilafon Enantato
PROMAZINA Talofen
PROPERICIAZINA Neuleptil
TIORIDAZINA Melleril
TRIFLUOPERAZINA Modalina
BUTIRROFENONI ALOPERIDOLO Haldol, Serenase
ALOPERIDOLO DECANOATO Haldol Decanoas
BROMPERIDOLO Impromen
DIPIPERONE Piperonil
DROPERIDOLO Sintodian
BENZAMIDI AMISULPRIDE Deniban, Solian, Sulamid
LEVOSULPRIDE Levobren, Levopraid
SULPIRIDE Championil, Dobren, Equilid
SULTOPRIDE Barnotil
TIAPRIDE Italpride, Sereprile

 

Fonte : Associazione SOS cervello