Pensieri liberi

Piccolo sfogo poetico

Sono in una situazione veramente critica, oggettivamente critica, economicamente critica. La mia fiducia nel "sistema" tende a zero. Mi sono sfogata con una poesia semiseria sull'assistente sociale che vedrò domani.

Ste

 

colloquio

Alle porte è il mio Domani:

l'assistente mi dirà

“Finalmente eccoci qua!”.

Le mie screpolate mani

 

forse un po' mi tremeranno:

io le dissi che era urgente

e in risposta, quel serpente,

aspettare mi fa un anno.

 

Parlerà se parlo io,

riservandomi un sorriso

che promette il paradiso.

“Guardi, scusi, sa che il mio

 

è un problema complicato,

non ho soldi e non lavoro!”.

Ahhh ma sanno tutto loro,

il mio fiato va sprecato.

 

Perché sa che sono matta,

ora sono bipolare...

“Si può tutto sistemare”

mi dirà con voce piatta

 

aspettandosi fiducia

da un'utente sconosciuta.

Io per contro starò muta,

ho una storia che mi brucia:

 

sconosciuta sarà lei,

da tre lustri io ci nuoto:

se parlassimo di vuoto

credo che la tedierei.

 

“Vada al centro per l'impiego”.

“Per il bus non ho denaro”

le dirò con tono amaro,

“ha capito cosa spiego?”

 

“Per un euro, un euro solo,

posso darglielo io adesso...”

“No ma guardi fa lo stesso,

quasi quasi m'alzo in volo;

 

ho il riscaldamento rotto,

del biglietto faccio a meno.

5 euro mi dia almeno

per fumare, se no sbotto!

 

Son 6 giorni che non ceno,

la caldaia non funziona;

per un'MS buona

io stravedo come Zeno.

 

A Milano dovrei andare

dal mio medico fidato,

ma attualmente nel mio stato

non mi posso più curare!”

 

Si spaventa l'assistente:

“Non ce l'ha la terapia?”

“Sì ma vede, cara mia,

mi ritengo intelligente,

 

le pastiglie io le prendo,

ma bisogno di parlare,

raccontarmi ed ascoltare:

un bisogno ch'è tremendo!”

 

“Ah ma c'è la dottoressa

che la vede tutti i mesi!”

Io, in modi ancor cortesi,

non mi lascio fare fessa:

 

“Io sto male tutti i giorni,

e il MIO medico è a Milano:

se le sembra così strano

non ho modo per oppormi,

 

chiederei semplicemente

un sussidio dallo stato,

così come l'hanno dato,

mi risulta, ad altra gente.

 

Un sussidio per pagare

se non altro un po' di affitto,

così almeno sta un po' zitto

quello a cui lo devo dare...

 

Qualche soldo per 2 cani

e 2 gatti poverini:

anche se non ho quattrini

voglio che rimangan sani...”

alt

“Lei si droga? E' delinquente?”

“Sono un pelo alcolizzata,

ma la droga... mai provata,

né ho mai rubato niente...”

 

“Ah ma allora non c'è verso!

Certo è un po' disadattata,

ma la piazza è già occupata

d'altra gente, lei ha già perso!

Se non è un po' criminale

non le spetta proprio nulla.

Nella testa che le frulla?

E' una cosa ben normale...

 

Beh parliamo di lavoro:

è più o meno analfabeta?

Firma a croce o con la Zeta?”

“No beh io ho una laurea d'oro...”

 

“Ah ma allora non capisce,

questo è un altro suo svantaggio!

Si vergogni, che coraggio,

questa cosa mi avvilisce!”

 

L'onestà e la cultura,

la bontà e l'intelligenza

son scambiate per demenza

per cui non esiste cura.

 

L'assistente se ne va,

la mia ora è già scaduta.

Io rimango quasi muta

per la sua malvagità.

 

Chiedi aiuto, m'hanno detto.

Ecco, questo è il risultato.

Nessun matto è accreditato,

non gli portano rispetto.

 

E rimango anche più sola...

Altro che l'integrazione:

pare tutta una finzione.

Solo un nodo resta in gola...

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