Pensieri liberi

Non Esco

 

Guardo fuori ma non esco,
non ne vedo l'esigenza;

è più sana la mia assenza
e comunque non ci riesco.

Non rispondo più al segnale
del telefono. Banale,

t'ho già detto non ci sono,
non mi stana certo un suono.

 

Non bussare, non rispondo,
non ci sono, sprechi fiato.

Te l'ho detto o l'ho pensato:
il mio posto non è il mondo.

Tutti zitti. A chi lo dico,
che sono sola con me stessa?

Non son diventata fessa,
ci son voci, caro amico.

 

Son la prima a non sapere

se le voci siano vere.

Se anche il timpano non vibra

è il cervello che si libra.

 

  

Cosa cambia, poi, alla fine?

Non c'è mica differenza:

sono cose assai vicine

 la realtà e la sua apparenza. 

 

Sono sola in compagnia

dei ricordi, dei rimorsi,

dei pensieri e dei ricorsi

di una vita che va via.

 

Tante volte sono uscita,

e non è ch'io sia pentita.

Era quasi divertente,

ma non è servito a niente.

 

Sono uscita come tutti

e ho provato a camminare.

Ma ho raccolto solo lutti.

Io non c'ho saputo fare,

 

Per un attimo di gloria

il biglietto è troppo caro.

E disgusta poi l'amaro

della fine della storia.

 

Per sentirmi più accettata

devo far l'esagerata,

far battute senza pausa,

ribaltare effetto e causa.

 

Tutti ridono felici,

quando servo l'allegria:

tutti allora son miei amici,

son richiesta in compagnia.

 

Ma è un costrutto, un artefatto,

mantenere questo tono;

quando emergo quale sono

han paura del contatto.

 

Ma perché? Non faccio male,

non ho un virus contagioso...

Sono un mare troppo ondoso,

son più intensa del normale,

 

ma perché questa paura,

questa fuga dalla pista,

questa vile vostra dura

posizione assolutista?

 

E' sleale l'alleanza

di un milione contro uno:

io mi chiudo in una stanza

e non apro più a nessuno.

 

Siete pecore nel gregge

che han paura di un agnello

che diverso porta il vello.

Non dettate voi la legge.

 

No, non esco per quest'anno.

Forse ancora sto aspettando

quel Godot che tutti sanno.

Ma mi chiedo fino a quando.



Ste

nonesco