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La psichiatria e il DB considerato come malattia

Secondo la psichiatria tradizionale, una volta il Disturbo Bipolare era chiamato Psicosi Maniaco Depressiva e curato con neurolettici pesanti (ossia quei farmaci che inibiscono direttamente il SNC), anticonvulsivi, persino l'elettroschock in casi più gravi. In fase maniacale il paziente mostrava a volte sintomi dissociativi e vere e proprie crisi psicotiche. Da qui, da una valutazione parziale del soggetto deriva la conclusione che il soggetto affetto da DB sia "pazzo". Naturalmente si tratta di una valutazione parziale, in quanto il soggetto deve essere colto in tutto il corso del suo ciclo umorale: dal picco maniacale, fino al picco depressivo.
Dal momento che ogni soggetto ha la sua storia, alla farmacologia tradizionale si affianco' l'ausilio psicoterapeutico, in particolare la psicoterapia cognitivo comportamentale. Da qui si scoprì che molti soggetti affetti da DB avevano dentro di sé conflitti irrisolti derivanti da un cattivo rapporto con la figura materna o paterna o da una infanzia difficile.


A volte curando questo disagio interiore anche i sintomi si affievolivano e a livello farmacologico si cominciarono ad introdurre i sali di litio come normotimizzanti, cioè equilibratori dell'umore, le fatidiche "pillole blu". Numerosi gli effetti collaterali di questo farmaco, tra gli altri la sensazione di sete e il tremore agli arti. Alcuni pazienti lamentano anche un "appiattimento affettivo". Va da sé che il livello di litio nel sangue va monitorato ogni tre mesi e che il litio per essere efficace non deve essere sotto una certa soglia.

Va detto che molti dei pazienti bipolari risultarono refrattari a questo litio: i sintomi non regredivano e si scelse di usare in questi casi farmaci antiepilettici come il Depakin a volte associato ad antipsicotici atipici come lo Zyprexa (di ultima generazione). L'effetto era quello di inibire i neurotrasmettitori e di rallentare le sinapsi a livello  cerebrale. Il risultato era che il paziente alla fine non era nè troppo su nè troppo giu'. Si può dire equilibrato...

In realtà la caratteristica del bipolare è quella di oscillare (umoralmente) ed è nell'accettazione di questa oscillazione che egli può trovare la propria dimensione. Anche il suo eccesso (maniacale) di energia può riflettersi in una qualche forma artistica. Va detto comunque che considerando il DB come malattia esso è principalmente uno squilibrio chimico del cervello e che come tale va curato: Da qui l'indubbia efficacia del farmaco. E' chiaro che poi il paziente va visto a trecentosessantacinque gradi e che ognuno di esso ha la propria "cura" per trovare benessere e serenità.
Essendo io in primis bipolare mi sento di dire una cosa: se curati possiamo condurre una vita normalissima come tutti gli altri cosiddetti normali.

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