Esperienze di gruppi

Alcolisti Anonimi

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Alcolisti Anonimi è un’associazione di uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza al fine di risolvere il loro problema comune e di aiutare altri a recuperarsi dall’alcolismo.
L’unico requisito per divenirne membri è desiderare smettere di bere.

Non vi sono quote o tasse per essere membri di A.A.; noi siamo autonomi mediante i nostri propri contributi.

A.A. non è affiliata ad alcuna setta, confessione, idea politica, organizzazione o istituzione; non intende impegnarsi in alcuna controversia, né sostenere od opporsi ad alcuna causa.

Il nostro scopo primario è rimanere sobri e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà.

 

Alcolisti Anonimi è nata negli Stati Uniti nel 1935 dall'incontro di un agente di borsa di Wall Street ed un medico chirurgo di Akron (Ohio), entrambi alcolisti, i quali si resero conto che condividendo le loro dolorose esperienze e aiutandosi a vicenda riuscivano a mantenersi lontani dall'alcol.

 

Dicono di A.A.

Alcolisti Anonimi ha iniziato la sua attività in Italia nel 1972. Queste sono alcune delle espressioni di apprezzamento recivute in occassione del trentesimo anniversario:

 

"La condivisione è un valore concreto che può dare risposte a bisogni effettivi. Gli Alcolisti Anonimi con il loro autoaiuto affrontano, attraverso lo scambio e il confronto sulle medesime esperienze, percorsi e obiettivi di guarigione. Con questi sentimenti e con l'incoraggiamento a proseguire nel vostro impegno solidaristico, il Capo dello Stato invia il suo più cordiale saluto e augurio." Carlo Azelio Ciampi (Ex-Presidente della Repubblica)

 

" I meriti di Alcolisti Anonimi sono ben noti e tanto più apprezzabili in quanto si tratta di associazione che opera in maniera assolutamente volontaria. Auspico che sempre più numerose siano le occasioni di collaborazione tra A.A. e i servizi pubblici sociali e sanitari" Umberto Veronesi (medico, già Ministro della Sanità)

 " Desidero ringraziarvi per il contributo che dal lontano 1972 continuate a offrire alle singole persone, alle famiglie, alla società intera. Alcolisti anonimi costituisce infatti una preziosa risorsa sociale. Utile non solo per quanti hanno problemi diretti con l'alcol, ma anche per tutti coloro che a vario titolo si occupano di alcolismo. Trent' anni di attività, gratuita e generosa, a fianco di chi sta male, di chi si trova in difficoltà e nel bisogno ed è però deciso a cambiare vita, sono trent'anni di bene che avete fatto alle famiglie italiane e a tutto il Paese.
I vostri gruppi di autoaiuto hanno insegnato e continuano a insegnare la condivisione, la solidarietà, l'assistenza reciproca. Avete inventato un metodo di recupero la cui utilità ed efficacia si sono, via via, diffuse e allargate ad altre dipendenze. Un metodo di recupero che ha fatto scuola. Anche di questo vi ringrazio." Grazia Sestini  (Già Sottosegre. del Min.del Lav. e Affari Sociali) 

 

"Nel corso dell'incontro con un gruppo A.A. il succedersi delle testimonianze suscitava in me una serie di sensazioni: su tutte lo stupore e l'ammirazione per la chiarezza con cui uomini, donne, giovani e meno giovani, già tormentati dalla devastante esperienza con l'alcol, riuscivano a esternare quanto di più profondo e segreto tenuto riposto nel profondo del proprio intimo. Dalle testimonianze emergeva il rimpianto per quanto perduto a causa dell'alcol, ma anche la gioia nel riscoprire quanto di vero e prezioso è riposto negli affetti o nei gesti di tutti i giorni." Teodora Macchia (Già Dir. Rep. Sostanze d'Abuso - Istituto Superiore di Sanità)


L’associazione

A.A. è un’associazione di autoaiuto: l’alcolista che ha smesso di bere mantiene e consolida la propria sobrietà utilizzando la sua capacità di aiutare un altro alcolista che ancora beve a uscire dalla dipendenza dall’alcol. 
Il gruppo è l’entità tramite la quale si realizza il recupero: nelle riunioni, in assoluta libertà, vengono raccontate le proprie storie, condivisi i problemi personali e soprattutto, tramite il commento della nostra letteratura e le esperienze degli A.A., viene messo in pratica il nostro programma di recupero, conosciuto in tutto il mondo come “Metodo dei Dodici Passi”.

altUno dei punti fermi dell’Associazione è l’anonimato: qualora lo desideri è possibile non rivelare la propria identità, ma ci si deve comunque impegnare a non divulgare discorsi e storie personali uditi all’interno del gruppo.

Gli alcolisti anonimi aiutano altri alcolisti che ancora non hanno trovato una via d’uscita, prendersi cura del altro è importante nella strada del recupero.

A.A. propone un "metodo" che porta a un percorso individuale che si fonda sulla condivisione delle proprie esperienze e riflessioni all’interno dei gruppi, la partecipazione ai quali è assolutamente volontaria, senza obblighi né limiti.Ognuno è invitato a parlare solo di se stesso e delle proprie esperienze, in A.A. nessuno viene giudicato. Nelle riunioni vi è un alcolista che funge da segretario che coordina gli interventi, liberi e non regolamentati. Si osservano solo alcuni tradizionali comportamenti, come il parlare uno per volta senza interrompere gli altri, autolimitando il tempo a disposizione.

A volte il nostro metodo di recupero è stato accusato di operare in modo da sostituire la dipendenza dall’alcol con la dipendenza dal gruppo. Crediamo che comunque la questione vada impostata diversamente. Innanzitutto, un recupero stabile dall’alcolismo richiede tempi lunghi, talvolta anni di impegno. Inoltre, per quelli di noi che a causa dell’alcol hanno perso tutto, il gruppo costituisce una casa e gli amici del gruppo una famiglia, in cui possono trovare comprensione e amore.

alt Infine, e questo è l’aspetto più importante, il nostro Programma è in realtà un percorso di crescita spirituale che, come tale, non ha mai una conclusione: più procediamo lungo il suo cammino, più possibilità abbiamo di migliorare noi stessi. Tutto questo a prescindere dall’alcol. Basta partecipare a una delle nostre riunioni aperte per rendersene conto.

Il Programma

Lo spazio ristretto non ci consente di soffermarci sui presupposti e le fonti che hanno dato origine ai “Dodici Passi”; vi illustriamo, invece, come vengano messi in atto nella pratica quotidiana dei gruppi.
In genere chi si rivolge ad Alcolisti Anonimi - per sua iniziativa o, più spesso, indirizzato da familiari, medici, psicologi, sacerdoti, servizi sociali o semplici amici - non si riconosce subito alcolista ma tende piuttosto a considerarsi un forte bevitore; è cosciente di avere problemi con l’alcol e, in molti casi, ha tentato più volte (senza riuscirci) di smettere o di moderarsi nel bere, da solo o con supporti esterni. A volte è all’inizio del suo percorso alcolico ed è solo preoccupato, altre ha toccato il fondo ed è isolato e disperato.altQuando comincia a frequentare le riunioni del gruppo e sente le testimonianze degli altri, spesso molto diverse tra loro pur con un filo conduttore comune, attraverso un processo di identificazione, che gli consente di iniziare a superare il terribile scoglio della negazione, diventa sempre più consapevole della propria condizione e inizia ad acquistare fiducia.
In questa prima fase il nuovo venuto apprende che quello che aveva sempre considerato un vizio (di cui vergognarsi e da tenere nascosto e negare, spesso anche a se stesso) è in realtà una “malattia”, e ciò attenua fortemente i suoi sensi di colpa. Si rende anche conto della progressività e della gravità di questo suo stato da cui non può “guarire” una volta per tutte, ma che può essere arrestato semplicemente non bevendo.
A questo punto, in genere, comincia ad avere paura del bere ma non riesce ancora a sopportare l’idea di dover rimanere astinente per sempre; di dovere cioè rinunciare definitivamente a quella stampella che lo ha tanto spesso aiutato ad affrontare la vita.
altPer uscire da questa situazione gli amici del gruppo gli consigliano di fare come loro, di porsi un obiettivo a brevissimo termine: per esempio di tenersi lontano dal primo bicchiere per sole ventiquattro ore. Poi per altre ventiquattro… e così via. E’ fondamentale evitare “il primo bicchiere”, quello che innesca il meccanismo della compulsione e la conseguente perdita del controllo sull'alcol.
In questo momento delicato gli amici già sobri mettono tutta la loro esperienza e, soprattutto, il loro amore a disposizione del nuovo arrivato, che comincia ad acquisire la consapevolezza di potercela davvero fare: proprio come i suoi nuovi amici che non bevono più, e tuttavia sembrano vivere sereni e attivi.
In sostanza, inizia ad accettare l’idea di essere un alcolista (Primo Passo) e ad affidarsi a qualcuno (Secondo e Terzo Passo): finisce cioè per ammettere la propria impotenza di fronte all’alcol - e quindi l’impossibilità di gestirlo - e che la sua vita, proprio a causa dell’alcol, sta divenendo o è già divenuta incontrollabile, con conseguenze devastanti nell’ambito familiare, professionale, finanziario, sociale. 
altNel contempo comincia a rompere l’isolamento in cui l’alcol lo ha confinato, ad avere fiducia nei suoi nuovi amici e ad affidarsi a un Potere Superiore, comunque sia in grado di concepirlo in quel momento in relazione alla sua formazione religiosa e spirituale. All’inizio, semplicemente, il gruppo stesso può essere visto di sicuro come un “potere superiore”, dal momento che lo vede riuscire laddove da solo lui non ha mai neanche sfiorato una soluzione.
Quasi sempre l’alcolista che frequenta con assiduità i gruppi riesce a centrare l’obiettivo e diventa astinente, talvolta anche sin dalla prima riunione, ma i tempi possono essere diversi a seconda delle varie situazioni e problematiche caratteriali.

Si passa ora a una seconda fase, forse anche più delicata. Infatti, se è difficile smettere di bere, ancora più difficile è continuare a non bere; evitando quelle ricadute che spesso risultano dolorosissime, anche se possono talora essere ”terapeutiche”, in quanto costituiscono la cartina di tornasole di quanto appreso nel gruppo.
altIntervengono quindi gli altri nove Passi del Programma, svolto costantemente nel gruppo: si può dire che costituiscono un insieme di princìpi che, se messi in pratica come stile di vita, riescono a eliminare l’ossessione per il bere e a mettere in grado chi li fa propri, tramite una progressiva crescita e presa di coscienza della realtà, di diventare una persona serena ed attiva.
Con il Quarto e il Quinto Passo, attraverso l’autoanalisi e il confronto con una persona di propria fiducia, si procede ad una profonda e coraggiosa verifica di se stessi imparando ad accettare le proprie caratteristiche positive e negative. 
Con il Sesto e il Settimo si inizia un percorso di cambiamento basato sulla progressiva modificazione dei propri comportamenti, soprattutto di quelli che hanno causato maggior conflittualità con il mondo esterno e con se stessi; con l’Ottavo e il Nono si tende al recupero delle relazioni con gli altri; con il Decimo Passo ci si prepara a mettere concretamente in pratica questo nuovo stile di vita;
altCon l’Undicesimo, attraverso la meditazione e la preghiera, si approfondisce il proprio percorso spirituale, incrementando un senso di appartenenza al mondo; con il Dodicesimo Passo si comincia a portare il messaggio ad altri alcolisti, mettendo inoltre in pratica nel quotidiano quei princìpi che si sono appresi nei Passi precedenti.
E’ un lavoro spesso non facile né breve, che ogni alcolista fa nel gruppo e fuori dal gruppo, ma che consente un progressivo cambiamento interiore, con la rottura dei vecchi schemi che portavano a bere. Più si riesce a cambiare facendo propri i princìpi del Programma, minori sono i rischi di ricadere. E’ un processo graduale i cui frutti, però, si cominciano a intravedere presto e i cui margini di miglioramento per ognuno sono pressoché infiniti.