Creatività

Il talento e la bipolarità viaggiano separatamente

altEstratto da un intervista all'esperto spagnolo Francesco Colomb


 

C’è un "mito" che collega il disturbo bipolare con la creatività ma non tutti gli esperti credono che sia una relazione diretta e non equivoca.  La maggiore parte degli esseri umani sono nella mediocrità, la genialità è eccezionale.

 

 

 

È certo che fra le persone con professioni che implicano creatività il disturbo bipolare ed altri disturbi psichiatrici sono sovrarappresentati, ma quello che non è certo è che fra i bipolari sia più presente la genialità. I poeti hanno un 18% in più di probabilità di presentare un disturbo bipolare, ma questo non significa che la maggioranza dei pazienti bipolari abbiano un'attività creativa. Il talento e la bipolarità viaggiano separatamente, affermare il contrario sarebbe dire al paziente che il talento è un sintomo della malattia e non è cosi.

 

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Non sarà che gli stadi di euforia o di depressione sono territori più fertili per la creatività che gli stati normali dell'animo? Se una persona nella sua vita ha viaggiato questo può ispirare uno scrittore, un pittore o un musicista. Il disturbo bipolare è un viaggio agli estremi delle emozioni: chi lo ha vissuto ha viaggiato in luoghi emozionali dove le altre persone non sono mai state, e alcuni di loro hanno la capacità di trovarvi ispirazione e raccontare ciò che accade in quei luoghi estremi.

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È lecito allora chiedersi cosa sarebbe accaduto se Van Gogh fosse stato trattato con le terapie che abbiamo oggi a disposizione. Possibilmente non avrebbe dipinto con colori cosi intensi; probabilmente non si sarebbe auto lesionato nè avrebbe sofferto tanto e sicuramente non si sarebbe suicidato. Se gli fosse stato dato di sceglierele fra una vita misera con una posterità gloriosa e una vita felice senza passare alla posterità, tanti ritengono che avrebbe scelto la seconda opzione.

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