Arte come terapia

Dalla sofferenza alla creatività

altSabato 18 Aprile c.a. a Roma il decimo convegno su Psicoterapia e Arte: i percorsi, le scelte, i significati, le contaminazioni

 

Psicoterapia ed Arte costituiscono ambiti diversi eppure spesso associati nella coscienza e nell'immaginario collettivo. Negli ultimi trenta anni è andata diffondendosi anche in Italia la teoria della complessità e settori della conoscenza prima separati hanno iniziato un dialogo, promuovendo la costruzione di un discorso comune. A volte, questo avvicinamento ha comportato una perdita di nitidezza dei confini e, nei casi più gravi, uno smarrirsi delle specifiche identità che caratterizzano le diverse discipline.
La nuova realtà globalizzata e interconnessa ha influenzato tanto la Psicoterapia quanto l'Arte: già da tempo esistono forme di psicoterapia on line e di arte digitale. Contaminazioni feconde e talvolta rischi confusivi stanno caratterizzando il settore della psicoterapia. Appare perciò prioritario chiarire alcune ambiguità per ridurre l'area di incertezza.

Fattori comuni
La sofferenza psicologica può condurre a intraprendere una psicoterapia; la sofferenza psicologica può, talvolta, esprimersi nella creatività artistica. La sofferenza configura quindi un possibile comune denominatore. La creatività appare come altro elemento comune a Psicoterapia e ad Arte, tanto che in fin troppo frequenti dibattiti ci si è ripetutamente chiesti se la Psicoterapia sia classificabile come scienza o come arte.
La Psicoterapia si realizza attraverso strumenti psicologici ed è finalizzata al cambiamento dei processi sottesi al malessere, avvalendosi di tecniche diverse a seconda dell'orientamento teorico a cui si rifanno. Anche l'Arte - campo elettivo della creatività - presuppone regole tecniche. La tecnica è un ulteriore fattore presente nell'ambito della Psicoterapia e in quello dell'Arte.

Tante "tecniche"
La gamma delle proposte terapeutiche è ampia, diversificata, non sempre adeguatamente conosciuta. Alla psicoterapia, derivata dalla psicoanalisi di Sigmund Freud e dalla psicologia analitica di Carl Gustav Jung, si affiancano molteplici "tecniche" (Art Therapy, Sand Play Therapy, Psicodramma, Play Therapy...) che variamente si rifanno alla creatività come fattore trasformativo e terapeutico.
Oltre la motivazione personale e la soggettiva propensione, è opportuno valutare alcuni fattori base: tempo, energia, denaro. In un presente sempre più caratterizzato dalla velocità, in cui appare vincente la tecnica che maggiormente assicura risultati rapidi ed a basso costo, la psicoanalisi e la psicoterapia tradizionali possono apparire obsolete in quanto richiedono un tempo non breve e una frequenza assidua.
Prima di addentrarsi nel territorio della cura, è comunque opportuno informarsi delle peculiarità di ogni approccio, valutandone potenzialità e limiti, allo scopo di massimizzare i potenziali effetti benefici e minimizzare le false illusioni. Ricordare quindi che l'attività artistica, o comunque classificabile come creativa, non può di per sé essere risolutiva di soggiacenti problematiche psicologiche. L'attività in questione, e/o l'opera prodotta dal paziente, va decodificata nel lavoro terapeutico, e tradotta in parola cercandone il significato ed il senso.

Una presa d'atto
La verbalizzazione e la successiva comprensione possono far sì che la tensione energetica creativa divenga contenuto cosciente. Soltanto attraverso la raggiunta consapevolezza, ci si potrà assumere la responsabilità dei propri bisogni e desideri e cercare di trasformare concretamente la propria vita. Ricordare anche che la creatività non consiste soltanto nella produzione artistica e non sbocca necessariamente nella creazione dell'opera d'arte.
C'è una creatività del vivere che consiste nel prendere atto dei propri contenuti emotivi, delle proprie modalità di azione/reazione, ricomponendo poi le tessere del mosaico esistenziale in un disegno diverso e più funzionale al benessere psicologico. È questa la creatività che più spesso si configura nel campo terapeutico, ed è questa la meta da privilegiare.
Entro questi limiti, appare allora auspicabile una cauta e calibrata incentivazione degli aspetti creativi, nell'ottica di amplificare le capacità espressive e auto trasformative.

 

di Simonetta Putti Analista Junghiana,  Centro Studi Psicologia e Letteratura
La Repubblica.it, Supplemento salute pag. 41, 09/04/09

(Dopo il 18/04 ...per quel periodo penso di aver finito di fare la struttura del main menù...spostare a "espressione artistica-arte come terapia"-Mabiem)