Arte come espressione

Quattro donne

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L'Arte come espressione di quello che si è e di quello che si sente, è frutto dello spirito umano.  Quasi un bisogno! Quasi una sua parte!

Come l'emozioni, l'arte non appartiene in modo esclusivo a noi bipolari, o a un certo genere, razza, credo , cultura o  ..., può essere una espressione di  tutte o di una parte di queste e altre caratteristiche,  ma sopratutto della nostra umanità, quello che ci fa allo stesso tempo diversi e uguali...

 

Donne nella poesia, un stesso genere, diverse emozioni: Silvia Plath, Maria Luisa Spaziani, Gabriela Fantato e Maria Pia Quintavalla. Qui non facciamo appronfondimenti critici sul loro percorso creativo. I testi da leggere sono solo assaggi di lavori più complessi da scandagliare.
 

SILVIA PLATH (Boston 1932- Londra 1963)

Abbiamo scelto una poesia tratta da "Attraversando l'acqua", una delle raccolte postume, tra le meno note in Italia. Il testo qui trascritto accenna all'insonnia - tema ricorrente nella sua lirica - ma anche al dolore. E soprattutto alla necessità di sentirsi amata, non solo da una persona, ma in assoluto, amore assoluto. Uno dei motivi, forse - a parte il disturbo bipolare, la malattia diagnosticatale dopo il primo tentativo di uccidersi - per cui alla fine non ha retto alla depressione che a fasi alterne l'ha accompagnata per tutta la vita. Si è suicidata un anno dopo l'uscita de "La campana di vetro", il romanzo autobiografico pubblicato con lo pseudonimo di Victoria Lucas, nel quale ha descritto la crisi che l'aveva condotta a 21 anno al primo tentato suicidio.


Sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con le sue radici a terra
che succhia minerali e amore materno
così che ogni Marzo possa scintillare in foglia,
e non sono neanche la bellezza di un'aiuola
che si attira la sua parte di "Ah"
e dipinta meravigliosamente,
senza sapere che presto sboccerò.
Al mio confronto, un albero è immortale
e la capocchia di un fiore non è alta,
ma più sorprendente,
ed io desidero la longevità dell'uno
e l'audacia dell'altra.

Stanotte, nella luce infinitesimale delle stelle,
gli alberi e i fiori hanno cosparso
il loro fresco aroma.
Cammino lì in mezzo, ma nessuno
sembra accorgersene.
A volte io penso che mentre dormo
devo assomigliargli molto -
Poi i pensieri sbiadiscono.
È più naturale per me, giacere distesa.
Allora il cielo ed io potremo avere
una conversazione diretta,
ed io finalmente risulterò utile stesa supina:
allora gli alberi potranno toccarmi per una volta,
e i fiori avranno tempo per me

                                   Silvia Plath

Da Attraversando l'acqua (Acquaviva, 2002)
Traduzione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

 

 
MARIA LUISA SPAZIANI (Torino, 1924)

Donna e artista la cui vita è stata condizionata (ma anche illuminata) dall'incontro e dal sodalizio con Eugenio Montale. Ha espresso una creatività straordinaria, lavorando su un canone poetico tutto suo, proiettato all'esaltazione della singolarità della donna. Ha scritto molte raccolte poetiche, tra cui risalta la pièce su Giovanna d'Arco eroina  protofemminista:

"Per me Giovanna d'Arco è semplicemente la poesia - ha detto. - È la donna come dovrebbe essere dopo ogni femminismo riuscito, e cioè una creatura che abbia le stesse potenzialità di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l'universo maschile. Come il cervello ha il lobo di destra e quello di sinistra, così la nostra civiltà ha il maschile e il femminile. È assolutamente impensabile, se non pagandola con tutte le crisi della nostra storia, che uno prevalga sull'altro, e brutalizzi l'altro».

Per tre volte è stata candidata al premio Nobel. Ha fondato l' Universitas Montaliana che organizza corsi sulla letteratura contemporanea. Il testo che trascriviamo è tratto da "La traversata dell'oasi", una raccolta di 300 poesie d'amore. Un testo che descrive i ruoli tra uomo e donna come quello tra terra e luna,  ma poi inverte le posizioni e la donna diventa dominante, tenendo "al guinzaglio" l'uomo. Un'interpretazione visionaria ma realistica del bisogno della donna di essere una diversa parità rispetto all'uomo.


A giorni alterni sono io la luna
e tu l'immensa terra che mi attira,
e questa notte tu, tu sei la luna
- io ti tengo al guinzaglio -

so che mi stai sognando, mi accarezzi,
i globuli lo sanno del mio sangue,
ogni mio nervo teso come un arco
o un'arpa eolia che vibra al respiro.
                            
                         Maria Luisa Spaziani

Da La traversata dell'oasi (Mondadori, 2002)

 

GABRIELA FANTATO (Milano, 1960)

Insegnante in un liceo di Milano, dove vive. Fondatrice e direttrice della rivista semestrale di poesia e filosia La Mosca di MIlano (da un anno edita da "La vita felice"). Ha pubblicato quattro raccolte di poesia. Da esse è stata realizzata un'antologia: "il tempo dovuto" (poesie 1996-2005). Da questo volume, in cui ha aggiunto degli inediti, abbiamo tratto il testo che offriamo alla lettura: una dichiarazione d'amore trasfigurata in metafore e immagini di forte presa emozionale in una lingua frammentata e catartica, manipolata in una forma pacata, che distanzia l'oggetto (il soggetto) del desiderio, per goderlo e sollecitarlo al ricordo dell'abbandono.


Quasi febbre
                                 ad Adriano

Tienimi quel battere tre volte
per farsi riconoscere alla casa
chiusa a muro e l'inverno
si fa crepa nel cemento.

Regalami l'innocenza della pelle
e i sacchi bianchi d'infanzia
a tentare la riva e scordano l'inizio
- quella solitudine che fu pavimento
dei miei sette anni senza vento -

Ti darò la mappa delle strade
con dentro questa fuga
e il giorno che sbanda la corsa
dove il salto è un'acqua leggera,
senza nome. Tu respirami
pesce d'oceano: ricorda la bocca.
                       
                                Gabriela Fantato

Da: il tempo dovuto (editoria&spettacolo, 2005)

 

MARIA PIA QUINTAVALLA (Parma, 1952)

Una scrittura tra terra e aria. L'aria padana, la magia del Grande Fiume (il Po), la ripulsa e la nostalgia del pianeta familiare, l'ansia della conquista della vita, il gioco delle parole come miracolo combinatorio per una rappresentazione frastagliata di sentimenti, dolori, amori, funzioni sociali. Una tensione esistenziale che si fa lirica nel momento dell'identificazione con una storia corale, dalla donna alle donne.  Ha pubblicato sei raccolte. Ma lei va fiera dell'antologia "Donne in poesia", che resta nella storia dei movimenti culturali femminili. Qui sotto si potrà leggere una poesia tratta da "Estranea (canzone)", una silloge in cui Andrea Zanzotto, nella lettura critica conclusiva, ha evidenziato che "ciò che sempre colpisce, in questi che sono frammenti, scaglie... indizi, spunti di narratività..., è la crudele freschezza, è una franca e delicata sensualità". Nei versi che seguono, tali dati emergono ben identificabili.


Nera cronaca ancora, eterna mite,
vendemmiata, limpida. E vogliosa
essa di lei; le stesse
variegate in più cantarono
tornarono, assetate e storie
di crude gesta, sensazione
di olfatto stanco, tiepido e
caduco.
Le donne i cavalieri le armi
gli odori, antiche storie mai
raggiunte

non furono le sole, né
la fonte ma tradirono,
intanto che si stesero, canzoni.
                  

               Maria Pia Quintavalla 
 

Da Estranea (canzone) (Manni, 2000) 

 

Fonte

 

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