Le nostre storie

Mafalda

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  Mi considero una persona fortunata.
Una grande famiglia tranquilla, brava negli studi (ingegneria), lavoratrice tenace, tutto sembrava andare come previsto, una tipica "donna in carriera" anni 90. Ma un giorno, a 30 anni, come un fulmine a ciel sereno mi sono resa conto che avevo perso il controllo di me stessa, per me é stato come se, di colpo, non mi riconoscessi più.

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Son  corsa ai ripari andando dallo psichiatra che mi aiutò a continuare, "spense" la mania che mi accompagnava da qualche mese e ad affrontare la caduta libera che arrivò dopo, senza essere ricoverata e riuscendo a finire dei lavori che avevo in atto. Alla fine ho dovuto lasciare il lavoro ma son riuscita ad arginare i danni.
 
Quando dopo qualche mese mi è stato proposto l'uso degli stabilizzanti dell' umore, mi sono sentita morire, sapevo esattamente a cosa si riferiva visto che non sono la prima persona della mia famiglia con diagnosi di disturbo bipolare. Già vedaltevo il futuro che mi si prospettava, lontana da quell'autonomia che fino ad allora avevo difeso con tanta passione. Dovevo cambiare stile di vita, evitare lo stress, dormire adeguatamente, controllare l'ansia, una gran quantità di cambiamenti che erano difficili, quasi impossibili, nell' orbita della mia famiglia di origine, con il tipo di lavoro che facevo o dentro la società dove ero immersa....

 

altUn anno dopo la diagnosi visto che le cose non miglioravano, ho lasciato indietro tutto e ho ricominciato da capo mettendo distanza fra me e la mia famiglia, fra me è quello che ero stata, nella mia mente questo era l'unico modo di non far partecipe la mia famiglia del deterioramento che io vedevo in me e che era inevitabile, volevo perdermi, disperdermi, sparire...


altIn barba ai pronostici, il cambiamento mi ha fatto bene! Il mio umore è migliorato con le novità, con l'aria diversa, ho ripreso a lavorare e anche se era un lavoro molto diverso da quello che facevo prima, ha giovato alla mia autostima, al mio ricominciare. Ancora di più! Io che non consideravo nessuna persona alla mia altezza e il amore un opzionale minore nella vita, mi sono innamorata!

 

Sembrava che tutto fosse stato solo un cattivo sogno. Dopo 3 anni di assumere lo stabilizzante, sempre seguita dal mio nuovo psichiatra, l'ho abbandonato per preparare il mio organismo, per una gravidanza, che dopo un po è venuta, ma non portata a termine.  Una triste perdita che tante donne hanno vissuto nella loro vita, ma che per me é stato un colpo terribile che, assieme ad altri lutti dolorosissimi successi in famiglia, mi hanno portata di nuovo a sentire quella sensazione di perdita di controllo totale ma questa volta con una bruttissima depressione, seguita dopo da un stato misto e uno stato ansioso intensissimo.

 

altSono stati momenti particolarmente difficili, lo stato di salute in generale era precario, rifiutavo tutte le cure che fossero controindicate per la gravidanza, ma piano piano ho dovuto arrendermi all' evidenza: se non recuperavo la mia salute fisica e mentale, non c'era niente da fare.
A questo punto, giacché dopo 3 anni il mio corpo tornava a essere intossicato per altri farmaci, prima di distruggere quel pò della mia vita che avevo ricostruito con tanto sforzo, stanca di vivere in una confusione permanente e con i pensieri che dal tanto girare ti scaldano la testa, prima di darmi per sconfitta,  ho deciso di darmi una nuova opportunità e prendere seriamente la mia cura in tutti i sensi; é stato allora  che ho iniziato a prendere il fatidico litio...

 

altDato che questa parola "bipolare" continuava a non volere uscire dal mio vocabolario personale, ho iniziato a informarmi, a cercare di capire, a fare un lavoro con me stessa, fare del mio "stare bene" il mio progetto principale, impegnarmi nella ricerca di qualche cosa che non si sa che cosa è ma che sai che ti manca, come un pezzo nel puzzle... un viaggio alla scoperta di me stessa, senza fuggire più, senza nascondermi più e senza mezzi termini, il farmaco mi poteva aiutare ma mai e poi, mai, mi avrebbe dato le soluzioni che cercavo.

 

altSono passati 9 anni da quando é iniziata la mia nuova vita, oggi sono felicemente sposata, non ho figli e ancora non mi son  messa il cuore in pace per questo fatto e chi lo sa se mai lo farò, ho un lavoro precario in un ufficio, di basso profilo e poca possibilità di carriera, ma mi permette di stare lontana dello stress, lo considero un terapia, una disciplina che mi fa alzare tutti i giorni anche quando solo vorrei stare nascosta sotto una coperta.

 

mafaldaballaVivo una vita che cerco che sia semplice e leggera, come può essere una vita quando hai due ragazzi adolescenti, figli di mio marito, che entrano ed escono di casa, con i conti da pagare, con due cani rumorosi che comandano in casa. Vivo un esilio volontario che mi ha permesso di costruirmi una vita a mia misura (quasi), al mio ritmo, ma allo stesso tempo ho melanconia per la mia famiglia di origine, ma so che lontana della sue pressioni amo di più le sue virtù.

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Ancora mi pesa il ricordo della persona che ero prima, che stento a riconoscere  come parte di me, ho nostalgia del futuro che allora desideravo e non ho avuto. Non posso negare che tante cose che formano parte di me non le accetto completamente, non le capisco, soprattutto che sia stata la mia propria mente quella che mi ha tradito in un momento inaspettato, ma ci sto lavorando su, sono sulla mia strada, buona o cattiva che sia. Inzia a piacermi l'essere umano che sto diventando.
Alla fine, mi considero una persona fortunata!
  

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Commenti   

+1 #1 francesca 2014-01-22 11:09
Quando ho scoperto di essere bipolare all' inizio ero ancora stordita, non mi rendevo conto di quello che mi stava succedendo. Adesso dopo tre anni me ne sono resa conto. Il colpo è stato forte. Prima a scuola ero la prima della classe, adesso ho mille difficoltà all' università perché studiare con le pillole non è cosa semplice. Ho sviluppato mille complessi: quando vedo una persona del mio passato cerco di evitarla, non sono più serena. Non mi accetto, vedo tutto molto difficile. Forse è perché ancora devo metabolizzare la malattia. Spero che tra qualche anno ci riesca.

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