Bipolari famosi

Luois Wain

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Louis William Wain nacque il 5 Agosto del 1860 a Londra, primo di sei figli, l'unico maschio; nessuna delle sue cinque sorelle si sposò mai. All'età di 30 anni la sorella più piccola fu diagnosticata "malata di mente" e ricoverata in un istituto; le altre sorelle vissero con la mamma per tutto il resto della loro vita.Louis nacque con il labbro leporino e per tale motivo fu consigliato ai suoi genitori di non mandarlo a scuola fino a quando non avesse compiuto i dieci anni d'età. Successivamente Wain si iscrisse alla West London School of Art e divenne, per un breve periodo di tempo, insegnante di materie artistiche. All'età di vent'anni, a seguito della morte prematura del padre, dovette prendersi cura sia della madre che delle sue cinque sorelle.
Louis, che nel frattempo aveva intrapreso la carriera artistica, si specializzò nel disegnare animali, scene di campagna ed illustrazioni per libri per bambini; lavorò per diversi giornali dell'epoca ed ottenne un successo personale crescente.

Molto giovane sposò Emily Richardson, governante della sorella, di dieci anni più vecchia di lui (cosa alquanto scandalosa per quei tempi). Emily si ammalò presto di cancro e morì tre anni dopo il matrimmonio. Fu durante questo periodo che Wain scoprì il soggetto che avrebbe dato una svolta alla sua carriera artistica; Emily, infatti, trovava grande conforto nel loro gatto prediletto, Peter, e Wain incominciò a dipingere scene che avevano come protagonista il loro gatto bianco e nero. Tutte le rappresentazioni di gatti di questo primo periodo sono figurative e realistiche.
Il verificarsi di comportamenti francamente aggressivi e violenti motivò nel 1924 il suo ricovero in un ospedale per indigenti, lo Springfield Mental Hospital. Un anno dopo, la notizia del suo stato di malattia e della condizione d'indigenza nella quale versava vennero largamente pubblicizzate dai giornali dell'epoca con il risultato che anche l'allora Primo Ministro inglese si occupò di lui promuovendone il trasferimento in una struttura più decorosa.
Con il passare del tempo Wain divenne sempre più stabilmente psicotico, tuttavia continuò a dipingere. La sua ultima produzione artistica (periodo "caleidoscopico") si caratterizza per i colori brillanti, aggressivi e per la presenza di una miriade di grovigli geometrici l'insieme dei quali lascia trasparire, in una sorta di esplosione di piccoli frammenti e sulla base di un'astrazione sempre più complessa, il suo soggetto caratteristico, i gatti.

 

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Luis Wain trascorse gli ultimi anni della sua vita a Napsbury, nello Hertfordshire e qui morì nel 1939 all'età di 79 anni.

Il quadro psicopatologico che Wain iniziò a manifestare quando era ormai più che cinquantenne, caratterizzato da tematiche deliranti di tipo paranoideo, da fenomeni d'influenzamento del pensiero, bizzarrie comportamentali ed aggressività, fece formulare una diagnosi di Schizofrenia ad esordio tardivo; alcuni avanzarono anche l'ipotesi di un probabile disturbo mentale organico promosso da un'infezione da toxoplasma, quest'ultima forse contratta a seguito del ripetuto contatto con i gatti.

Alla luce delle acquisizioni degli ultimi decenni nel campo delle malattie mentali, và tuttavia presa in considerazione la possibilità che Wain potesse essere affetto da un Disturbo dell'Umore con Sintomi Psicotici. La presenza, infatti, di una sintomatologia francamente psicotica (deliri, allucinazioni) può accompagnarsi non solo e non soltanto ad un quadro Schizofrenico, ma anche a quadri depressivi o maniacali che sono espressione di un Disturbo dell'Umore. E' noto, del resto, che molti personaggi famosi nel campo delle arti (poeti, pittori, scultori, scrittori, musicisti), della politica, uomini di stato o dell'economia sono stati affetti da questa tipologia di disturbo: insomma, disturbi dell'umore, psicosi, creatività, capacità di leadership sono caratteristiche che il più delle volte si ritrovano, variamente frammiste, in un tutt'uno.

Il problema della diagnosi differenziale fra Schizofrenia e Disturbi dell'Umore con Sintomi Psicotici è d'importanza cruciale nella psichiatria clinica: la Schizofrenia, infatti, è una patologia deteriorativa nella quale l'intervento terapeutico può esser volto esclusivamente al contenimento della sintomatologia psicotica e/o dei comportamenti violenti ed aggressivi. Nel caso dei Disturbi dell'Umore con Sintomi Psicotici, seppur gravi e spesso accompagnati da un elevato rischio di suicidio, la prognosi è sicuramente più favorevole mentre gli interventi terapeutici (farmacologici) sono ispirati ad un razionale che è completamente diverso rispetto a quello da seguire nel paziente schizofrenico. I soggetti affetti da Mania o Depressione Psicotiche, se riconosciuti come tali ed adeguatamente trattati, possono andare incontro a remissione completa con ripristino dei livelli di funzionamento precedenti la comparsa dell'episodio stesso di malattia.

 

Gabriella Ferri

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Gabriella Ferri due aspetti in lei: L'amore per la vita e il disprezzo d'essa.
Due aspetti di una stessa medaglia,l'odio e l'amore. Due aspetti difficili a tenere in equilibrio e basta cosi' poco a far pesare di piu' ...l'uno o l'altro...e catapultare.

Su con la vita
ma che ne so.. ma che ne so...in che sbadiglio la mia vita ingoierò
(mormorando) ma che ne so..io sto a dì così.
(in crescendo) mi lamento ma non piango é un pianto stupido e anche
piangere ha perduto verità.
Accetterò che perda anch'io per certi addii.(sempre più urlato).
Passerà...via così...che ne so passerà, finirà. se ne andrà...come no
finirà...come no se ne andrà...(silenzio)... tanto rimango io con il mio
petto di tigre disperata.

E' questo l'urlo di incitamento a vivere che ci ha lasciato Gabriella Ferri nella sua ultima raccolta, "Ritorno al futuro". Una sorta di testamento spirituale che comprende ritmi jazz, tanghi e flamenchi uscita poco prima che morisse, ill 3 aprile 2004 dopo essersi lanciata, con un volo di 7 metri dal balcone della sua casa di Corchiano nel viterbese.

Nata a Roma nel 1942 G. Ferri ha vissuto una vita a fasi alterne. Periodi caratterizzati da serenità, dolcezza sprigionata da spendidi occhi azzurri contrapposti a periodi caratterizzati da tormenti, abuso d'alcool, psicofarmaci assunti in modo disordinato, culminanti in un primo tentativo di suicidio che la portarono a tagliarsi le vene dei polsi. Fu salvata in extremis e nel proseguio della sua vita si è sposata due volte, trasferendosi prima in Africa e poi in America. Le sue notti di New York erano caratterizzate "dall'ossessione" di non dormire e tirare mattina ad ogni costo.

In America era stata nella "più famosa Clinica Psichiatrica Americana, quella di Baltimora", che lei definì:
"Bianca, asettica e alienante ...sono scappata sennò mi ammazzavo"

A Roma era in cura al centro L. Bini di cui lei disse:

"...Qui mi sento serena ed i medici sono bravi e soprattutto capaci di farmi sentire finalmente come in una famiglia".

Aveva, pochi giorni prima del gesto, detto parole di un'innamorata della vita:
"Beh, io a questo mondo non gli sto più dietro, ma sono talmente appassionata che non alzerò mai bandiera bianca. In fondo il mondo é sempre una cosa meravigliosa, al di là delle ferite, e sono certa che un giorno si tornerà a vivere normalmente."


Sempre
(Castellaci e Pipolo)

"Ognuno ha tanta storia, tante facce nella memoria, tanto di tutto, tanto di niente ,le parole di tanta gente.
Tanto buio, tanto colore, tanta noia, tanto amore, tante sciocchezze, tante passioni, tanto silenzio, tante canzoni"

 

 

 

 

Antonio Ligabue

ligabueNasce il 18 dicembre 1899 a Zurigo e fin dalla più tenera età l'artista ha avuto un'esistenza difficile. Alla nascita del primo fratellastro, Antonio Ligabue sarà infatti affidato a una famiglia mentre la vera madre e i suoi tre figli moriranno per aver ingerito del grasso avariato. Segnato da un rapporto conflittuale con la matrigna e da un padre violento e alcolizzato, appena può Antonio inizia a girare per i musei. Inserito in un istituto di recupero dove spicca per l'abilità nel disegno e l'amore per gli animali, sarà espulso dopo appena due anni per cattiva condotta.

Nel gennaio 1917, dopo una violenta crisi nei confronti della madre adottiva, è ricoverato nella clinica psichiatrica di Pfafers e due anni dopo è addirittura espulso dalla Svizzera. Recatosi in Italia, vive come selvaggio nei boschi e vicino al fiume portando avanti un'esistenza di solitudine ed emarginazione; rifugiandosi nella pittura e in un rapporto particolare con gli animali con cui parla e da cui riceve affetto.

E' un rapporto speciale, quello che ha con la pittura, che è in grado di placarlo e di aiutarlo a mantenere la mente ferma. Trae ispirazione dal mondo che lo circonda, che stimola la sua fantasia, gli fanno da modello le figurine della liebig e un libro sui mammiferi che il suo amico veterinario gli regala.

È scoperto da Marino Renato Mazzacurati, maestro della prima Scuola Romana che ne comprende l'arte genuina istruendolo all'uso dei colori ad olio e alla piena valorizzazione del suo talento, incontrando i primi favori della critica. Nel 1961 tiene una grande personale a Roma che ne segna il definitivo successo, dopo un'intensa attività creativa e tra il 1956 ed il 1962 esegue anche una serie di incisioni su lastra di zinco o di rame che firma sulla lastra, stampando cosi il nome a rovescio.

 

Marya Hornbacher

Marya HornbackerBiografia
Marya Hornbacher nasce a Walnut Creek, California per poi trasferirsi ad Edina, Minnesota quando la sua famiglia si trasferì per lavoro, allorchè lei aveva nove anni. I suoi genitori, Jay and Judy Hornbacher, lavoravano nel teatro come attrice e direttore.
Hornbacher divenne bulimica all'età di nove anni, e iniziò a drogarsi e bere a soli tredici, arrivando a prostituirsi per comprare la droga. A quindici anni viene ammessa in una scuola per ragazzi particolarmenti dotati, ma l'anno successivo comincia ad entrare ed uscire da vari ospedali psichiatrici.
A poco più di vent'anni inizia ad insegnare presso la Minnesota State University ed è assunta dal più importante giornale locale.
Tenterà il suicidio nel 1994.
Dopo aver pubblicato A Memoir of Anorexia and Bulimia, si sposa con Julian Daniel Beard, ma il suo matrimonio dura pochissimo. Eccessi nelle spese, d'alcool, e continui ricoveri lo segnano.
Si risposerà con il fotografo Jeff Miller e riprenderà a fare la giornalista per il primo giornale per cui lavorò.

La scrittrice
Il suo primo libro A Memoir of Anorexia and Bulimia, in Italia distribuito come Sprecata, è la sua storia, l'autobiografia di una anoressica, bulimica e alcolizzata: soffre anche di bipolare. Questo libro nel 1998 le è valso una nomination al Premio Pulitzer, una tiratura di oltre un milione di copie solo in USA e la traduzione in quattordici lingue.[senza fonte]
Il suo secondo libro, 2005, The Center of Winter,che in Italia prende il nome di Al centro dell'inverno è la storia di una famiglia, sconvolta dal suicidio del padre.
Nel 2008 il suo terzo libro: Madness: A Bipolar Life, Una vita bipolare, è un'altra autobiografia, che racconta come la sua psicosi abbia influenzato sulla sua vita. Principalmente narra il suo rapporto con il bipolare, e come questo le abbia influenzato la vita.

Bibliografia in italiano
  • Sprecata, Tea,
  • Al centro dell'inverno, Tea,
  • Una vita bipolare, Corbaccio
RECENSIONI
Quando Marya Hornbacher ha pubblicato il suo primo libro, Sprecata , una memoria di Anorexia e di Bulimia, ancora non ha conosciuto il motivo di fondo della battaglia costante con caos ed il terrore nella sua vita. Allora, all'età 24 anni , è stata diagnosticata con una forma estrema di disordine bipolare.

In Una vita Bipolare , con la sua voce ironica ed assolutamente auto-rivelante di marchio, l’ autrice racconta la sua nuova storia. Dalla scena di apertura del libro, “il taglio,„ capiamo che siamo in presenza di un produttore dotato che vuole conquistarvi con il suo grido più selvaggio e inimmaginabile. Le memorie della Hornbacher, di un'infanzia che ella ha ritenuto molto sbagliata , la madre che la tiene letteralmente immersa in un bagno caldo era l'unica cosa che la potreva calmare,  lei è indelebile. Con  scene di potere viscerale ed impressionabile, rende stupiti e partecipi nei suoi tentativi disperati di contenere l'oscillare  violento del suo umore. L'abuso di sostanze con aggiunta intorpidente di sesso come gioco “fuori” in contrasto con gli ambiti di provenienza di un collegio degli stati medio-occidentali esclusivo di arti, e di una San Francisco elegante .

Come la Hornbacher combatte nella sua direzione nel vortice di una follia che fa di tutto per distruggere e i suoi interminabili sforzi per vivere, fare il suo lavoro in una vita difficile alcune volte bella , dove l’ unione “ bipolare - cuore “ rappresenta  in questa memoria coraggiosa qualche momento di serenita’ .

“Con la sincerità piu’ vera , Marya Hornbacher  riprende il suo viaggio straziante ma eroico da nerezza orribile in luce. La follia è impossible da posare. La Hornbacher non solo è sopravvissuta ad un incubo; è emerso con comprensione profonda in modo netto ed evidente . Ha scritto una memoria sbalorditiva di angoscia, delirio   terrore e trasformazione .