Cure alternative

Medicina alternativa (un punto di vista )

Gran parte delle persone che ci scrivono a favore di questa o quella terapia alternativa dimostrano una scarsa cultura, ma soprattutto sono carenti di quella mentalità scientifica che consente di tentare di comprendere la realtà nei dettagli. La scienza non spiega tutto, è vero, ma cercare di spiegare tutto con teorie fantasiose e non provate è molto ingenuo.

Disorientati fra le moltissime voci che parlano di salute, molti ci chiediamo: "a chi credere?".
Non si può rispondere a questa domanda senza aver capito quali siano le posizioni e come si possano classificare i personaggi che s'incontrano.

Infatti quattro sono gli atteggiamenti di fronte alla realtà esterna e al tentativo di interpretarla.
Il filosofo della scienza (campo: filosofia) - È colui che si preoccupa soprattutto di costruire una teoria razionale con cui spiegare i fenomeni che studia. Deduce leggi a partire da una teoria. Non gli interessa che la teoria sia dimostrata, ma piuttosto che sia coerente. I più concreti tentano di applicare anche le loro teorie per ricavarne qualche utilità. Esempi sono le interpretazioni sulla nascita dell'universo e, in campo salutistico, molte discipline alternative orientali (ayurveda, agopuntura, reiki ecc.). Le basi di queste discipline sono entità filosofiche che nessuno ha mai visto, né l'adepto si propone di ricercare sperimentalmente.
L'osservatore (campo: osservazione) - È colui che osserva la realtà sperando di ricavarne leggi generali. Deduce leggi a partire dalle osservazioni personali o della sua scuola. Il campo delle sue osservazioni può essere scelto in base a ricerche proprie o di altri o in base a realtà scientifiche consolidate. L'osservatore non si pone il problema di capire perché un dato fenomeno avviene (o, meglio, questa preoccupazione è secondaria), piuttosto raffina tutti gli strumenti per "vedere" sempre meglio. Esempio di osservatori sono molti economisti che propongono modelli di sviluppo osservando cosa succede nella società. In campo medico l'omeopatia è un fenomeno di osservazione che successivamente è stato oggetto anche di ricerca.
Il ricercatore (campo: ricerca) - È colui che effettua esperimenti che hanno una tesi ben precisa da dimostrare.  Il ricercatore deduce leggi a partire da esperimenti personali (o del suo gruppo). I risultati a cui giunge vengono dati in pasto alla comunità scientifica perché diventino scienza.
Lo scienziato (campo: scienza) - È colui che si preoccupa di arrivare a leggi oggettive; partendo dalla ricerca, la supera facendo diventare ripetibili gli esperimenti. Se un esperimento è confermato a prescindere dal gruppo che lo ha eseguito, diventa una verità scientifica (non del tutto assoluta comunque... diciamo, una verità valida per le conoscenze dell'epoca, in altri termini una verità convenzionale).
Invitiamo pertanto ad affrontare i problemi con razionalità e preparazione.

 

 


 

Pregi e difetti delle quattro classi

Filosofia - Un atteggiamento filosofico è giustificato quando non si hanno i mezzi sperimentali per andare oltre. Nel campo del benessere è sempre sinonimo di una mentalità semplicistica che tende a descrivere la realtà senza studiarla. È anche tipico delle menti semplicistiche aderire a questa classe, perché sembra di capire tutto e di essere onnipotenti con quattro semplici concetti.
Osservazione - Poiché si propone di arrivare a qualcosa di concreto, è positiva nel momento in cui non pretende di essere considerata scienza o ricerca (anche se ha l'ambizione di evolvere le osservazioni in ricerche e verità scientifiche) e nel momento in cui non vuole assumere posizioni onnipotenti.
Ricercatore - Anche in questo caso il ricercatore deve capire che la sua azione è utile, ma non è terminata finché le esperienze da lui condotte non diventano ripetibili. Infatti è banale trovare ricerche che dimostrino una certa tesi e ricerche che dimostrino la tesi contraria (chi è in malafede diffonde la conoscenza solo di quella che gli interessa... e molti ci cascano): vuol dire che non si è ancora giunti a una verità scientifica. Troppo spesso il ricercatore tende a essere scienziato.
Scienziato - È sicuramente quello che fa progredire l'umanità, ma le sue posizioni possono trascurare i benefici (per fortuna servono anche a evitare gli aspetti negativi) che possono venire dall'osservazione o dalla ricerca.

 

Vediamo la valutazioni delle classi.


Filosofia
- Sempre da evitare; ognuno di noi dovrebbe avere una "dignità cerebrale" per credere solo in ciò che vede o in ciò che risulta sperimentalmente. Il soprannaturale è già di dominio della religione o della superstizione.
Osservazione - La verità delle leggi dedotte deriva dalla credibilità dell'osservatore, cioè da come sono buoni i suoi occhi. L'osservatore è tanto più credibile quanto più si muove anche nelle sfere della ricerca e della scienza; usa l'osservazione perché gli altri due campi non riescono ancora a risolvere o proporre qualcosa di plausibile: piuttosto che l'inattività preferisce agire, anche con il rischio di non centrare perfettamente il problema. Si deve diffidare invece degli osservatori "scimmia", di coloro i quali cioè si limitano a "copiare" (senza averli capiti...) gli insegnamenti del caposcuola. Tranne rari casi, chi non impara a vedere con i propri occhi, trascura sempre piccoli dettagli, piccole differenze che però sono fondamentali. In altre parole le informazioni possono essere trasmesse, la capacità d'osservazione no (o, meglio, ci vogliono anni per farlo...).
Ricercatore - È credibile solo quando prende in considerazione anche leggi opposte a quelle che lui ha dedotto, nel tentativo di superare e capire i contrasti per arrivare alla scienza. È invece non credibile quando da singole ricerche pensa di aver capito tutto e confonde la ricerca con la scienza. Il vero ricercatore è sempre scettico e non s'innamora mai delle sue tesi.
Scienziato - A prescindere dal fatto che deve essere giudicato per ciò che dice e non per il posto che occupa (ricordo che molti posti di controllo nella comunità scientifica sono comunque "politici"), è sempre credibile quando non usa il suo ruolo per far diventare scienza l'osservazione o la ricerca. A volte può essere un po' immobilista...

 

Chiarito in questo modo il contesto di Scienza e ricerca chiediamoci adesso se

 

La medicina alternativa funziona?


La medicina alternativa ha avuto un grosso sviluppo alla fine del secondo millennio. È quindi fondamentale rispondere alla domanda nel titolo. La risposta è: no, ma sembra funzionare. Prima delle spiegazioni, vediamo di definire le tipologie di alternativo attualmente operanti. Le medicine alternative sono di due tipi: filosofiche e osservative.
Le filosofiche - Si basano su entità la cui esistenza è supposta "filosoficamente" come visione dell'uomo o del mondo. In genere sono le discipline che arrivano in occidente dall'oriente (agopuntura, reiki, digitopressione, feng shui, ayurveda ecc.), ma si potrebbero citare anche le medicine dei vecchi indiani d'America.
Le osservative - Si basano su osservazioni dei loro scopritori. Fra queste, l'omeopatia, i fiori di Bach, la teoria dei gruppi sanguigni di Hessman, la cromoterapia di Mandel, la cristalloterapia, l'urinoterapia, l'aromaterapia ecc. Le osservative si dividono poi in generali e curative. Le prime sono stili di vita (di solito coinvolgono l'alimentazione) che anche le persone sane dovrebbero rispettare, le seconde si limitano a intervenire quando c'è qualche problema di salute. Le medicine alternative osservative sono dette non convenzionali perché non accettate dalla scienza ufficiale, anche se alcune rivendicano pretese scientifiche.

Perché non funzionano

Non funzionano perché non  rispettano la legge di guarigione totale. Riportiamo la legge:

una terapia è valida quando la patologia è guarita totalmente nella totalità dei casi in un tempo breve.

Non esistono patologie curate globalmente dalle medicine alternative. Globalmente significa "tutti i pazienti che hanno quella patologia con la cura del caso guariscono". Le medicine alternative riferiscono guarigioni, ma sono sempre singole, non esiste mai la certezza che invece fornisce la medicina tradizionale, almeno su un numero ormai vasto di malattie. Se siete in preda di un attacco di appendicite, preferite rivolgervi all'ayurveda o ai fiori di Bach o farvi operare e dopo pochi giorni essere ancora in piedi? Se andate in piscina e vi prendete un banale fungo, preferite curarvi con l'omeopatia con il rischio di non guarire o prendete una pomata e dopo una settimana la fastidiosa irritazione è scomparsa?
Occorre sottolineare l'ingratitudine dell'alternativo verso il tradizionale. Se fossero ancora diffuse patologie come la tubercolosi, il tifo, la difterite, la poliomielite non ci sarebbe tempo per occuparsi di patologie minori dai contorni confusi e le medicine alternative non esisterebbero. L'alternativo esiste solo perché le grandi conquiste della medicina hanno reso la vita dell'uomo migliore; ovviamente la medicina tradizionale ha anche colpe, in particolare il deliro di onnipotenza che ha portato all'abuso di farmaci inutili e a un rapporto medico/paziente spesso frettoloso.

Perché sembrano funzionare

I motivi sono tanti e diversificati.
La disponibilità - Di solito il terapeuta alternativo è molto disponibile e sa gestire molto bene il rapporto con il paziente. Ciò è un grosso supporto psicologico che rassicura il paziente e gli fa credere che veramente l'alternativo possa curare tutto, dal semplice raffreddore alle forme più terribili di tumore. In realtà il paziente dovrebbe capire che questa presunzione affossa l'indirizzo terapeutico che la sbandiera ai quattro venti. Ricordatevi che non c'è miglior pubblicità del risultato: se fosse vero che una terapia o un farmaco guariscono totalmente una malattia, in brevissimo tempo tutti userebbero i nuovi rimedi. Se per esempio pensate che la medicina orientale sia meglio di quella occidentale, meditate sul concetto che in Oriente la vita media non è superiore a quella in Occidente. Questa disponibilità renderà i terapeuti alternativi i maghi del terzo millennio. Cento anni fa molte persone, anche giovani, si rivolgevano a maghi e cartomanti e la credenza nei loro poteri era diffusa. Oggi si rivolgono a loro solo persone di scarsa cultura o comunque dagli "anta" in su. Qualcosa è quindi migliorato. In questo secolo il posto dei maghi e dei guaritori sarà preso dagli alternativi, con il supporto della parte dell'informazione che si orienta ai più creduloni (ricordiamo che oggi essere creduloni non è questione di cultura o di laurea, ma di buon senso!)
Il naturale - La medicina tradizionale ha spesso abusato nell'uso di farmaci, cercando di curare tutto con tutto: ci sono persone che assumono per anni farmaci perfettamente inutili (anzi a volte dannosi) per il miglioramento della loro patologia. Reagendo a questo stato di cose, è nata la moda del naturale con cui l'alternativo va a nozze. Concetti del tipo "naturale, fa bene" oppure "è naturale, non fa male" sono del tutto fuorvianti. Moltissime cose in natura fanno male e non c'è bisogno di parlare di veleni. Pensiamo al sole. Oggi si sa che un'esposizione ai raggi solari non ha alcun vantaggio, anzi se è eccessiva fa male e che cosa c'è di più naturale del sole? Pensiamo agli indios dell'Amazzonia: nonostante si curino con mezzi naturali, la loro vita media è bassissima, basta un semplice raffreddore portato dalla civiltà per produrre effetti devastanti. Pensiamo che anche in Italia agli inizi del ventesimo secolo la vita media era di cinquant'anni, se si è alzata di trenta lo si deve alla medicina tradizionale. Molte terapie alternative arrivano addirittura a proibire l'assunzione di determinati alimenti naturali a determinati soggetti. Il caffè ne è un esempio classico: non è forse un prodotto della natura?
L'intelligenza si manifesta proprio nel prendere ciò che di buono esiste nel naturale e nel tecnologico, andando a fondo dei vari problemi, senza farsi fuorviare da facili ottimismi, teorie non provate, pubblicità accattivanti o altro.
L'effetto - Molte terapie alternative si diffondono sfruttando l'effetto risultato: chi (a ragione o per caso) ne ha avuto giovamento diffonde la notizia, mentre chi non ha ottenuto nulla se ne sta zitto, vergognandosi anche un poco di aver sprecato tempo e soldi in qualcosa di inutile. Per fare un esempio tragico possiamo citare molte terapie anticancro che pretendevano di curare la malattia. Alcune di esse assunsero agli onori della cronaca in seguito al miglioramento temporaneo di alcuni pazienti. Grazie all'effetto risultato si propagò la notizia non del loro miglioramento, ma della validità totale della terapia, ingenerando un mucchio di false speranze. Ora, se la terapia funzionasse veramente, ci sarebbero state migliaia di persone guarite pronte a giurare in televisione il miracolo: purtroppo ho sempre visto solo i parenti di nuovi malati che chiedevano di provare la terapia alternativa! È ovvio che in presenza di qualche guarigione (anche a Lourdes si può guarire, ma nessuno può sostenere una tesi del tipo: hai il cancro, vai a Lourdes e guarirai!) ampiamente pubblicizzata, migliaia di altri insuccessi sono stati passati sotto silenzio.
Si può parlare di effetto risultato anche in un senso leggermente diverso, riferito a quel terapeuta che si convince della bontà della sua terapia per il semplice fatto che il paziente non torna più (questo tipico anche del medico tradizionale).
L'effetto tempo - Le terapie alternative tendono a curare patologie dai contorni confusi. È perciò logico che sfruttino l'effetto tempo, cioè la spontanea variazione con il tempo dei sintomi. Lo scorrere del tempo può guarire totalmente (la malattia sarebbe guarita anche senza fare nulla, pensiamo a un raffreddore) o provocare fluttuazioni nella patologia che il soggetto interpreta come notevoli miglioramenti. Un esempio eclatante. A vent'anni soffrivo di rinite vasomotoria (causa: sconosciuta). L'unico rimedio era il cortisone: assunto per tre anni, la rinite migliorò e dopo un altro anno scomparve del tutto. Poco fa un "alternativo" mi invitò a considerare le intolleranze alimentari come cause di moltissime patologie. Mi spiegò che dopo un anno di dieta la sua rinite (che aveva dovuto curare per qualche anno con il cortisone) era scomparsa. Ora, una persona logica non può concludere che né il cortisone (nel mio caso), né la dieta antintolleranza (nell'altro caso) sono responsabili della guarigione perché manca la controprova: il semplice verificarsi contemporaneo di due eventi non vuol dire che uno deve derivare necessariamente dall'altro! Quando si parla di patologie risolte dopo mesi o anni, il tempo (nel senso che improvvisamente si verifica un evento a noi ignoto) è il vero artefice della guarigione molto più spesso di quanto si creda.
L'ignoranza - Molto spesso chi non ha una vera inclinazione allo studio dettagliato dei problemi tende a elaborare teorie semplicistiche in cui tutto è ricondotto a un'unica causa. In tal modo la soluzione di ogni problema di salute è semplice: basta eliminare quella sola causa o adottare una singola terapia. Curare tutto con gli oli essenziali o con i colori, individuare ogni malattia dall'esame dell'occhio, del piede o della mano ecc.: l'errore non sta nelle basi della teoria quanto nel volerla estendere a tutto e a tutti. L'incapacità di alcuni individui di vedere la complessità del mondo impedisce loro di essere obiettivi. Con il loro approccio alla realtà è semplice costruire teorie.
Una mela al giorno toglie il medico di torno, ecco che abbiamo inventato la melaterapia: a seconda della patologia si usa un'opportuna qualità di mela nelle dosi consigliate e tutto scompare. Queste teorie sono spesso un insulto a chi soffre veramente, perché derivano la loro fortuna dall'essere impiegate in piccole patologie che spesso guarirebbero spontaneamente o anche per l'effetto della suggestione della cura sul paziente. È veramente triste leggere che molte di queste terapie curano la depressione, quando nel mondo esistono milioni di individui depressi che non riescono a uscire dal tunnel della loro malattia dopo aver provato di tutto.
L'effetto psiche
- Non si tratta solo dell'effetto placebo (il soggetto si sente meglio perché crede di assumere una medicina che realmente può giovare alla sua situazione), ma anche di un'influenza sulle abitudini del soggetto che in qualche modo sono coinvolte nella patologia. I terapeuti alternativi in genere (e questo è positivo) invitano il soggetto a riflettere sul suo stile di vita e suggeriscono dei miglioramenti. Sono i miglioramenti che risolvono la patologia, non la terapia alternativa. È il caso di molte presunte intolleranze alimentari; togliendo molti alimenti, si tolgono casualmente anche quelli che creano problemi, non perché causa di intolleranze, ma perché il soggetto mangiava male: magari il soggetto si abbuffava di carboidrati: togliendo la pasta perché intollerante (?) si orienta il soggetto verso un'alimentazione più bilanciata. Anche qui il soggetto è migliorato perché ha bilanciato la propria alimentazione o perché ha tolto la pasta? Con una sicurezza sconcertante l'alternativo propende per la seconda ipotesi: nel suo deliro d'onnipotenza a lui non servono controprove.
Le basi scientifiche - Molti alternativi parlano di basi scientifiche della loro terapia. Niente di più falso. In realtà fanno finta di non sapere che RICERCA e SCIENZA non sono la stessa cosa. Un articolo pubblicato su una rivista scientifica non è scienza, è solo il frutto di una ricerca (i primi articoli che dicevano di aver scoperto la cura contro il cancro su riviste mediche risalgono a 30 anni fa...). Molto spesso contemporaneamente vengono pubblicati in varie parti del mondo un articolo che afferma A e un articolo che nega A. Come è possibile?Affinché la ricerca diventi scienza, la ricerca deve diventare ripetibile, cioè TUTTI devono trovare lo stesso risultato. Anche con pochi finanziamenti è facilissimo produrre una ricerca su un gruppo ristretto di persone che dimostri come certe patologie si possono curare con pezzi rock (rockterapia: avendola inventata ora, rivendico la paternità degli eventuali successi). Purtroppo c'è chi diffonde solo ricerche a lui favorevoli, generando molta confusione. Per capire come sotto la medicina alternativa (omeopatia compresa) non ci sia nulla di scientifico basta considerare il mondo dello sport professionistico. Con il fiume di miliardi che scorre, perché le discipline alternative non sono diffuse? Se vivere alternativo facesse migliorare le prestazioni degli sportivi di vertice o curare alternativo guarisse le patologie che bloccano una carriera perché nessuno vi ricorre? Che bisogno ci sarebbe del doping?
I maestri - Da ultimo voglio citare un'ultima causa di diffusione: la presenza dei maestri, persone dotate di scarsa cultura scientifica che però pensano di aver trovato la soluzione e trasmettono questa loro sicurezza ad altri soggetti, decisamente poveri di spirito critico. Purtroppo è facile incontrare persone che, approfittando dell'ignoranza altrui, si atteggiano a sapienti; alcuni lo fanno per vanità, altri lo fanno veramente convinti che bastino quattro concetti in croce per aver capito tutto. Questi ultimi spesso non hanno nessuna predisposizione allo studio, s'inventano teorie o appoggiano quelle più banali che loro riescono a comprendere senza fare fatica. Prima di apprezzare gli insegnamenti che vi vengono dati verificate di non aver di fronte un ignorante. Il modo più semplice è che sappia dare almeno la definizione di tutte le parole che usa. Ho conosciuto persone che sostenevano con convinzione che una certa sostanza fa venire il cancro; peccato che, alla richiesta di sapermi spiegare che cosa fosse il cancro, si impacciavano e non sapevano andare al di là di uno scontato: "Il cancro è una malattia".
Per capire se veramente una persona è esperta incalzatela, chiedendo di approfondire le parole e i concetti che lei stessa usa, non fermatevi a conclusioni divulgative. Ovviamente verificate poi le risposte: sarà un utile studio che vi apporterà nuove conoscenze. Se un amico vi dice che la frutta fa bene perché contiene molte vitamine, il test dell'esperto si svolgerà chiedendo che cosa sono le vitamine, quali sono le vitamine contenute nella frutta, qual è la quantità di vitamine contenuta e qual è la dose necessaria per un'alimentazione corretta ecc. Se la prima risposta è: "Le vitamine sono sostanze fondamentali per l'organismo", potete fermarvi: probabilmente non ne sa molto più di voi. Se invece fosse: "Sono sostanze che agiscono come coenzimi, cioè in appoggio agli enzimi per catalizzare le reazioni chimiche dell'organismo", allora potete continuare chiedendo che cosa sono gli enzimi, cosa significa catalizzare ecc

Medicina Olistica

La medicina olistica è una disciplina che rientra nel concetto più generale di olismo. Secondo l'olismo (dal greco olos, tutto; il termine è stato coniato da Jan Christiaan Smuts nel 1926, Holism and Evolution) le proprietà di un dato sistema non possono essere determinate dalla somma delle sue componenti, bensì è il sistema in generale che determina il comportamento delle parti (l'intero è maggiore della somma delle sue parti, Aristotele, Metafisica); l'opposto dell'olismo è il riduzionismo secondo cui un sistema può essere studiato riducendolo alle sue parti fondamentali.

Contrariamente alla credenza comune (tipica anche di sostenitori della disciplina!), la medicina olistica NON spiega le malattie psicosomatiche con un legame fra corpo e mente (in sostanza stiamo sempre ragionando su due parti di uno stesso sistema!), ma ritiene che si debbano giudicare a livello del complesso sistema uomo, in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono fortemente interconnessi.
Se si rilegge attentamente la definizione soprastante ben si comprende come la medicina olistica abbia ben poco di scientifico e ricada invece sotto le ali della filosofia. Infatti si ipotizzano interconnessioni che:

  • non si potranno mai provare, cioè descrivere secondo modelli accurati e non solo secondo constatazioni della nonna (al più si possono stabilire correlazioni e proporre ipotesi e teorie);
  • ogni terapeuta può descrivere a suo piacimento.

Ecco il motivo per cui la medicina olistica è il campo preferito da chi è incline all'alternativo e a una descrizione dell'uomo filosofica piuttosto che scientifica. Se si pensa al fatto che agopuntura, ayurveda, omeopatia (discipline diversissime fra di loro) rientrano nella sfera della medicina olistica, ben si comprende come questo tipo di medicina si limiti a proporre discipline in cui ognuno può riconoscersi, senza nessun tentativo di critica nei confronti delle incoerenze che necessariamente si generano da punti e ipotesi diverse.
L'olistico – Il soggetto olistico (cioè il sostenitore della medicina olistica) è in genere un irrazionale (nel senso del Well-being), poco incline alla coerenza, ma molto alla filosofia; ricerca spesso spiegazioni fantasiose, verosimili, piuttosto che vere. Se ha spirito critico, lo usa male, in modo partigiano, unidirezionale; se non lo ha, accetta passivamente, con un'adesione infantile, le teorie che gli vengono proposte.
La sua vita può essere normale o addirittura facile, se ha sufficiente forza e buone condizioni facilitanti; situazioni che lui userà per cercare di vendere ad altri ricette magiche, facendo credere che la sua vita dipende da esse piuttosto che dalle sue condizioni facilitanti. Se vogliamo, il successo di molte discipline alternative nasce proprio dal carisma di questi personaggi nei confronti di persone dotate di scarso spirito critico o inclini più alla filosofia che alla scienza.
Se invece non ha sufficiente forza e, peggio, scarse condizioni facilitanti, sarà un soggetto sempre al limite del baratro, baratro dal quale non si staccherà mai perché cerca di farlo con le soluzioni ottimistiche della medicina alternativa

 

Piccola domanda finale:

E' vero che il digiuno può aiutarvi a purificarvi dalle tossine ?

 

Fonte http://www.albanesi.it/Medalt/Altmenu.htm