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Spock

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Prevenzione.

Praeventio-onis, dal latino “azione preventiva”.
Azione, actio-onis, dal latino “fare”.
Fare prevenzione, attivarsi perché un evento non accada.

Nemmeno Clifford Simack con la sua fervida mente ci potrebbe aiutare, anche lui si aggirerebbe sbigottito tra queste due parole se dovesse provare a collegarle con l’istituzione psichiatrica.
Forse chiederebbe consiglio all’amico Asimov ed Asimov, a sua volta in difficoltà, chiamerebbe in soccorso Bradbury  che, disperato, cercherebbe Clarck che, a sua volta,……..
Ma nessuno tra loro, nemmeno l’autore di Viaggio su Marte, sarebbe in grado di creare un ponte tra due realtà così lontane, tra due galassie separate da miliardi di anni luce, tra due universi paralleli che non hanno nessuna convenienza nell’incontrarsi.
Dispiace immaginarli distrutti dopo ore di discussione quando decretano la fine della fantascienza.
La psichiatria ha superato la fantascienza, la fantascienza è morta, ci saranno degli scrittori senza lavoro. Chissà. Forse potranno contare anche loro sull’assistenza sociale, o forse andranno in delirio, riuscirà la psichiatria a prevenire il disagio degli scrittori disoccupati?

Ma se esistesse veramente la pratica sociale della prevenzione, la volontà politica di evitare che le pulsioni nevrotiche di questo sistema alimentino il disagio e l’infelicità la psichiatria che ragione avrebbe di esistere? Prevenire realmente le condizioni di disagio significherebbe togliere alla psichiatria la sua ragione di essere. Dunque che interesse può avere la psichiatria nel prevenire?
Sarebbe come se un artigiano si prodigasse per rimanere senza lavoro.
Anch’io, nel mio piccolo caso, ho conosciuto la prevenzione della psichiatria. Erano così prevenuti nei miei confronti che in quindici giorni hanno stabilito che sono un maniaco depressivo, si sono addirittura preoccupati di farmi rimanere senza lavoro, tanto erano prevenuti. Certo, si sono impegnati allo spasimo per crearmi le condizioni ideali perché mi suicidassi, ma anche loro ogni tanto sbagliano.

Prevenzione? Preferirei passare un weekend in una grotta con Polifemo piuttosto che dieci minuti al Cim.

La prevenzione è un atto concreto che scaturisce da necessità sociali e culturali ben definite, sono le necessità culturali che determinano o meno la natura e l’efficacia della prevenzione.
L’esistenza del diverso, del pazzo, dello zingaro, del drogato, dell’emarginato ha una ragione storica ben precisa, non è vero che queste tipologie di soggetti sono aliene dal sistema in cui vivono, anzi, ne sono uno dei pilastri essenziali, sono complementari alla morale comune.
La morale, la convenzionalità, necessita di termini di paragone su cui tracciare una linea discriminatoria. Così il sistema produce concretamente il disagio per poi servirsene per scrivere i propri codici morali.
Io sono un ragazzo fortunato: la mia vita è un’enciclopedia di cazzate, ho anche l’indice, ho abusato di eroina, di droga, di alcool, sono uno zingaro del pensiero che ha conosciuto l’emarginazione.
Nel mio caso si poteva prevenire tranquillamente l’ospedalizzazione, bastava che qualcuno mi ascoltasse, desse credito alle mie parole, bastava che qualcuno, prima che uscissi di testa, mi facesse sentire un po’ di calore. E’ arrivato il momento in cui, dopo non essere stato ascoltato sono diventato io quello incapace di sentire che, spinto dal condizionamento sociale ho cominciato a costruirmi un mio mondo fatto di collegamenti che non esistevano fino a generare una visione del reale completamente mia, particolare, che non ha degenerato comunque in atti di violenza.
Mah.
Interseco la mia esperienza a riflessioni di carattere generale.
Mi è accaduto di rileggere un documento che avevo cominciato a scrivere nel febbraio 2007 in cui vi sono riportati episodi di una drammaticità incredibile che mi hanno colpito all’epoca, è anche agghiacciante poiché, volendo, vi si legge la mia disperazione, la mia indignazione crescente, la mia sofferenza che diventerà crisi, ma alcuni fatti sono inoppugnabili. Probabilmente sono finito in psichiatria solo perché sono stato così distratto da non riportarli in ordine cronologico.
Lo ha letto il sindaco del paese in cui vivo, lo hanno letto i carabinieri, qualche mio amico e mi sono trovato contro indifferenza, preoccupazione e sufficienza, nonché la classica frase fatta.. Sei matto, benedetto figliolo.
Come tanti sono il classico matto per convenienza, prevenire il mio disagio, la mia crisi di delirio che vi è stata ed è stata fortissima, avrebbe significato rompere degli equilibri. Meglio colpire una persona isolata che rischiare di cambiare la realtà che si ha intorno, quella deve rimanere uguale a se stessa giorno dopo giorno, tanto ormai ognuno ha conquistato e difende con i denti la sua striscia di territorio.

Certo la miseria più nera potevano anche risparmiarmela, almeno quello. Ragazzacci poco delicati. Cattivoni!

La stessa cosa potrebbe accadere in una famiglia, l’esplosione della fantasia, la proposizione di una strada diversa per affrontare il futuro spezza inevitabilmente degli equilibri consolidati, dunque non si ascolta, si rifiuta, si punta l’indice contro il diverso, si spara. Può accadere, talvolta, che la sparatoria finisca con un’iniezione di Haldol. Solo quando entra in campo la psichiatria si comincia ad ascoltare. Eccome se si ascolta.
Si ascolta costernati la sentenza dello psichiatra che, ignorando placidamente le ragioni dell’individuo, diagnostica. E così si accetta la diagnosi che tutti, intorno al soggetto, hanno contribuito a costruire.
Non sarebbe più facile stabilire che una determinata percentuale della popolazione deve avere problemi di salute mentale e diagnosticare direttamente nel reparto di maternità? Poi si creano le condizioni ideali perché il predestinato pazzo lo diventi davvero. Così la pazzia continuerebbe ad esistere, ma il controllo sociale sarebbe totale. Naturalmente si distribuisce un kit ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro, a chi frequenterà il soggetto in cui si spiega dettagliatamente il significato della parola convenzione e si illustrano le tecniche con cui trasformare una persona potenzialmente felice in un deviato.

E vissero tutti infelici e scontenti.
Consoliamoci. Paperinik è vivo e lotta insieme a noi.

La strada più facile e più sicura per finire in psichiatria, almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale, è quella di cercare di creare un progetto di condivisione.
La condivisione si scontra con gli interessi corporativi e questo scontro può mietere vittime.
Ma una forma di condivisione sono comunque riuscito a crearla: l’espressione di pietà e di sdegno che accomunavano le espressioni di chi incontravo erano uguali negli occhi di tutti.
Dunque la mia battaglia l’ho vinta, magari non proprio come volevo, ma non si può avere tutto dalla vita.
Nessuno si presenta in un reparto psichiatrico da solo, nemmeno quando lo fa volontariamente.
C’è sempre una mano invisibile che ti accompagna, una, cento, mille mani che ti accompagnano.
Le mani della convenzione, della banalità, le mani del potere che decretano quali sono i limiti che tu non puoi oltrepassare con la fantasia e l’immaginazione, con il dissenso e la volontà di cambiare il reale.
Le mani del sistema che usano la tua pazzia come si usa un bastone da passeggio.

- Prevenzione?-.
- No, grazie. Devo ancora diagnosticare-.



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