Le nostre storie

Alon

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Dopo la mia prima e più sconvolgente crisi maniacale, di fine anno 1986 ho preso per tre mesi solo il litio, poi per altri 12 anni sono stato discretamente bene senza alcun supporto farmacologico. Anni di lavoro dipendente come impiegato in una industria solida: un lavoro sicuro e ben retribuito.  Matrimonio felice, una casa di proprietà, un figlio in arrivo.. insomma tutto quello che la persona media può desiderare  era stato portato a compimento e la vita scorreva tranqulilla  fino al  1992, anno in cui per motivi che non sto a raccontare ma comunque estranei al disturbo bipolare, mia moglie ha chiesto la separazione. Nel 1995 mi sono licenziato dal 'lavoro sicuro' per una crescente insoddisfazione ed il desiderio di intraprendere un'attività autonoma. A questo punto tutto ciò che avevo costruito, famiglia, lavoro, casa è miseramente crollato come un castello di sabbia, lasciando una  sensazione di fallimento  e una tremenda nostalgia degli strani momenti di pochi anni addietro, quando mi sentivo onnipotente e assolutamente felice. Sensazioni che avrei cercato di ritrovare negli anni a venire.

Nel 1993 ho avuto l'occasione di fare del 'volontariato' assistendo una donna, una cara  amica in fase terminale di cancro al fegato. Quella esperienza è stata per me scoprire che possiamo sperimentare una condizione simile alla mania, depurata da tutti gli eccessi schifosi ed ottenere solo le parti migliori: puro amore e gioia di vivere. Questa condizione durò per qualche mese fino alla morte della mia amica, ma non vi fu alcuna escalation in psicosi.
La fase depressiva arrivò, comunque leggera e sopportabile nel periodo autunnale, ma qualcosa era cresciuto dentro: la fine della paura. Ovvero avevo toccato con mano la morte da vicino calandomi completamente nei panni della mia amica, cercare il modo per incoraggiarla in quei momenti terribili aveva avuto l'effetto di farmi riflettere a fondo su me stesso e sul senso della vita.

Io credo che in qualche modo e con qualunque mezzo dovremmo depurare il nostro karma, la nostra bassezza morale, le nostre paure. Per questo è importante lo studio, imparare cose nuove ma non basta: occorre sforzarsi di avere un ideale positivo, agire per un fine preciso e soprattutto sviluppare compassione per gli altri.

La mia ricerca del benessere assoluto durò ancora fino al 2000 dove per la seconda volta arrivò la fase maniacale, nel periodo estivo. Questa volta senza conseguenze psicotiche ma sufficiente per sperimentare finalmente quelle sensazioni tanto attese dal 1993.

Dal 2000 in poi, ho iniziato una terapia con stabilizzatori ma anziché stabilizzarmi si era innescato un meccanismo ciclico per cui ogni due anni, sempre nel periodo estivo, avevo la mia brava crisi maniacale con tutte le conseguenze tipiche del caso: spese eccessive, iperattività, mancanza di sonno-delirio e successiva crisi depressiva nel periodo invernale, con una piccola ripresa in eutimia durante gli anni 'dispari'.  In questo periodo ho subito l'umiliazione di 3 TSO con somministrazione forzata di neurolettici.

Adesso, dopo diversi anni di convivenza e studio della mania (diagnosi bipo I)  devo dire che aspetto ancora delle risposte a molte domande.
Molte persone  preferiscono rifiutare  l'idea che nella mania conviva anche la parte migliore di noi, e per paura delle fasi up  si lasciano andare alla lobotomia chimica o, peggio ancora, all' elettroterapia.

Non credo che siamo persone speciali, abbiamo semplicemente questo dono-disgrazia che ci consente di oscillare più degli altri, ma tutti oscillano, chi più chi meno. C'è chi oscilla grazie a delle sostanze, noi oscilliamo semplicemente con la mente per qualche oscuro motivo. C'è chi afferma che altroche  una sorta di evolozione spirituale male interpretata.In efetti molte delle caratteristiche positive della mania sono comuni tutti coloro sperimentano estasi mistiche.

Se male interpretate , queste manifestazioni della nostra tendenza vitale comportano grossi problemi. Io credo che tra le cose più pericolose per un maniaco ci siano il delirio di grandezza,  la menzogna e la facilità con cui si tendono ad assumere atteggiamenti talvolta violenti. Queste pulsioni si manifestano irrimediabilmente perchè innate al genere umano, perciò occorre imparare a domarle senza tuttavia reprimerle, semmai dirigerle diversamente.
Una volta che si è imparato questo, allora è possibile gestire anche la mania, ma non è affatto facile.
E' come arrivare sempre più vicino ad un orgasmo per poi reprimersi; è troppo forte il desiderio di volare più in alto.

In quei 6 anni di cura,  ho constatato che tutto sommato i giorni di benessere (un paio di mesi o più) intorno ad una crisi estiva in un anno, sono di gran lunga maggiori rispetto ad un'altro senza crisi. Mi chiedo se sia una ragione sufficiente per giustificare 24 ore di pericolosa follia allo stato puro del picco maniacale.
Il mio umore  ideale  è quello di riuscire a stabilizzare una ipomania leggera, sufficente per manifestare voglia di vivere ed energia pacata, senza eccessi. Darei qualunque cosa per questo.

Nell' Agosto  2006 arrivò l'ennesima   crisi psicotica con conseguente ricovero forzato in reparto psichiatrico. A  Febbraio  avevo conosciuto il blog bipolaristica e dopo una serie di interventi in quell'ambito e conoscenze decidemmo che era tempo di fondare un nostro gruppo italiano esclusivamente riservato alle persone con disturbo bipolare. Nacque così il forum su yahoo gruppi  e la piacevole scoperta di non essere più il solo a farmi certe domande, finalmente potevo parlare con qualcuno in grado di capire molto bene cosa significa sperimentare l'altalena dell'umore.

Grazie alla frequentazione del gruppo e all'ascolto delle varie storie ho constatato come ciascuno di noi, pur avendo  questa caratteristica comune a fronte della stessa sintomatologia, presenta effetti molto diversi, legati alla diversità dei caratteri e dei vissuti personali.

Leggendo  le varie esperienze sui farmaci nel forum ed anche  a causa di letture 'poco ortodosse', mi sono infine fatto un'idea  negativa sulla reale efficacia delle farmacologia, giungendo al sospetto che forse sia proprio la 'cura' una delle cause della cosiddetta cronicizzazione del disturbo.  Forte anche dell'esperienza passata di 13 anni completamente privo di supporto farmacologico senza particolari conseguenze, ho quindi deciso di interrompere gradualmente lo stabilizzatore fino a liberarmene completamente a Maggio 2007.  Finalmente il 2008 ha decretato la fine dell'altalena estiva biennale: nessuna crisi maniacale e conseguentemente ho trascorso il primo inverno libero dal mio consueto letargo depressivo.

Adesso sento che sono tornato quello di una volta, non mi riconosco più come una persona con problemi mentali, ovvero malato come spesso si sente dire, quindi bisognoso di cure protratte a vita come vogliono imporci i così detti esperti della salute mentale.  Certo non mi sento di affermare che sarà così per sempre. La nostra caratteristica fa parte del ventaglio delle potenzialità umane da millenni, con la differenza che oggi non è più di moda parlare di santi, stregoni o sciamani e preferiamo relegare tutte queste manifestazioni che esulano dalla norma ad un difetto del cervello da curare e sopprimere chimicamente. L'attuale società per come è strutturata è incompatibile per chi come noi arriva a concepire l'assoluto, per chi è troppo sensibile e male sopporta le disgrazie, la violenza, l'intolleranza, l'indifferenza che dilagano oggigiorno.

La scelta pertanto si pone nell'adeguamento o normalizzazione  a fronte dell'alternativa di una vita piena di emozioni  o meglio alla capacità di provare emozioni anche per le cose più semplici.  Vediamo tanta, troppa gente ricorrere alle sostanze chimiche per sperimentare per pochi attimi la capacità di provare emozioni che per esempio un bambino sperimenta naturalmente; abbiamo perso la capacità di stupirci. Poi ci sono quelli che ricercano solo emozioni forti praticando sport estremi, mettendo continuamente a repentaglio la propria vita. C'è chi dice che questo è un modo per colmare un vuoto esistenziale altrimenti insopportabile. E noi che abbiamo la capacità di provare naturalmente tutto ciò dobbiamo farci 'castrare' chimicamente le emozioni perchè altrimenti perdiamo il controllo.

Come ho detto, non mi sento di ritenermi ormai fuori pericolo, ma preferisco affidarmi alla mia capacità di prevenzione acquisita dopo lunghi anni di sforzi per osservarmi, piuttosto che ad una pillola che lungi dal 'guarire' appiattisce al punto di impedire di 'sentire' e vivere una vita piena e soddisfacente.

Ora vorrei che non si fraintendesse il mio pensiero sui farmaci. Non tutti i farmaci hanno effetti come io ho descritto, questa è solo la mia esperienza personale, negativa certo ma non per questo mi sentirei di sconsigliare agli altri la terapia farmacologica. Dalla frequentazione del forum bipolari ho constatato come per tante persone  gli psicofarmaci sono stati la loro salvezza; quello  che ripeto sempre agli  amici del gruppo è che per me non è accettabile una cura farmacologica protratta a vita. I farmaci possono contribuire ed aiutare a riprendere in mano la propria vita ma il resto del lavoro va fatto scavando su noi stessi in modo da diventare i migliori 'gestori' della propria salute mentale. E questa è la parte in assoluto più lunga e difficile.

 

Addendum 11/2011

 

Dopo 5 anni di stabilità, posso dire di avere fatto la scelta giusta nel 2006.

Da un paio di anni ho cercato di approfondire lo studio dei metodi olistici di recupero trovando una fonte inesauribile di possibilità. Mi ha particolarmente colpito l'approccio ortomolecolare per la malattie psichiatriche, dal grande lavoro di Linu Pauling con il collega Hoffer per il trattamento vitaminico della schizofrenia.

I miei passati 13 lunghi anni di stabilità sono dovuti a due tipi di azioni: la prima di tipi psichico (meditazione) che coinvolge la respirazione e l'attenzione.  La seconda di tipo ortomolecolare perchè in quei periodi ricordo di non aver mai  abusato di sostanze che poi ho scoperto essere potenziali 'attivatori' della mania o della depressione. Pera abuso intendo un uso eccessivo di qualunque sostanza, all'inzio  mi sono concentrato sull'alcool e a cusa di 'intuizioni' aveute in mania non mi ha mai attirato. Bevevo regolarmente vino nei pasti e una birra la settimana fuori.  Gradualmente scoprii di essere meno attratto anche dai dolci, dei quali ero molto ghiotto da piccolo.

Una considerazione particolare per il caffè: da quando ero sotto servizio militare ovvero dal 1984 ha incominciato a darmi molto fastidio. Col senno di poi ritengo che sia stata una grande fortuna, perchè da allora in poi non ho più conosciuto l'ansia ingiustificata.  Sento molti parlare di stati ansiosi da horror, e se questo fosse un possibile rimedio sarebbe da stupidi almeno provare ad astenersi dal caffè per un periodo.

Comuque credo che sia inutile focalizzarsi su un singolo aspetto e inoltre le persone possono rispondere in modo differente alle sostanze.  La chiave per il mio recupero di quegli anni è stata capire di cosa  personalmente non avevo  bisogno, però riconosco che sia una strada  difficile per il peso di certe rinunce anche se non si parla di rinuncia completa.

Ciascuno dovrebbe cucirsi addosso la propria terapia.

Se faccio la scelta ortomolecolare ho un ventaglio enorme di possibilità a cominciare dalla dieta e dal supporto vitaminico.  Chi sceglie i farmaci consideri  che non è una strada facile come sembra, perchè oltre a far fronte a problemi del proprio carattere altalenante, deve anche combattere contro una serie di altri problemi fisici e mentali acquisiti con la terapia farmacologica come  aumento di peso, problemi di memoria, libido compromessa, problemi di attenzione, disinteresse, stanchezza, ecc.

Da due anni sto sperimetnando una integrazione vitaminica minimale con indubbi benefici a caratere fisico e nella salute generale dallo stesso tempo non assumo più alcun farmaco, compresi antidolorifici,  antiinfiammatori o antibiotici.

L'  esplorazione di altri campi di intervento è illimitata. Ogni volta che mi ci mmergo, scopro nuove possibilità .

Il mio desiderio più grande  è quello di mettere a frutto la mia 'cultura' acquisita in 25 anni di studio a servizio degli altri con questo tipo di difficoltà. Auspico che un giorno vi saranno sempre più persone coscienti che riusciranno ad organizzarsi per fornire un auto concreto, basato sulle numerose esperienze di 'survivors'  che hanno combattutto e vinto la loro battaglia.

 

Commenti   

0 #1 francesca 2014-01-22 10:57
Ho scoperto da tre anni di soffrire di disturbo bipolare. In famiglia non sono l' unica a soffrirne. Ne soffre anche mio padre. Non è stato subito facile scoprirlo ; è iniziato con un episodio depressivo forte e in seguito una forte fase maniacale con ricovero in ospedale. Mi sono ripresa relativamente presto. Sono in cura farmacologica con stabilizzatore e antipsicotico. Posso solo dire che senza i farmaci la mia vita sarebbe un inferno. Alle volte, nonostante prenda tutti i farmaci ho momenti di alternanza forti, divento irascibile, nervosa con le persone che mi stanno accanto. Devo dire che questa malattia mi ha un po' rovinato nei rapporti con la gente. Ci sono però anche momenti in cui sembro ipersimpatica, sciolta ma mi chiedo spesso quale sia la mia natura. La malattia mi ha un po' snaturata. Quando sono molto sciolta sono in fase maniacale. Il brutto è che alle volte mi pento dei miei comportamenti ma lo capisco solo in seguito. Spero solo che negli anni a venire possa trovare un po' di equilibrio in più.

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