BIPOFAQ: famaci e cure

 

 

FAQ: ruolo attivo o passivo

Come bipolari vi piace sentirvi coinvolti in quel che vi succede, capire perché state male o vi va bene solo che qualcuno o qualcosa da fuori vi faccia guarire e stare meglio, pensate di avere un ruolo attivo o passivo in questa malattia?

GIORGIO: Molto attivo, non faccio altro che pensarci tutto il giorno tutti i giorni. Mi piacerebbe riuscire ad affidarmi veramente a qualcun altro.

IOPENSOPOSITIVO: Vorrei avere un ruolo Attivo.

MABIEM: E' la mia salute, è di me che si tratta  e pertanto il mio ruolo è attivo...consapevole del fatto che vale il detto "aiutare per potersi far aiutare". L’informazione sulla "malattia "e sulle terapie psico-farmacologiche seguite è un cardine fondamentale dato che, persone adeguatamente informate, possono gestirsi al meglio.

FAQ: pratica psichiatrica

Può uno psichiatra non delucidare gli effetti collaterali dei farmaci perchè pensa così di salvaguardare il paziente, nel momento in cui lo convince ad assumerli?

 

ALON: Chiunque decida di assumere una sostanza psicotropa dovrebbe essere cosciente dei rischi. Chi prende psicofarmaci viene prima o poi a sapere degli effetti da altre vie: amici, internet ecc.

 

GIORGIOsi, il ruolo del dottore è quello di dare più di tutti una speranza, in chi ripone fiducia in lui.

 

IOPENSOPOSITIVOGli psichiatri non parlano mai al paziente di effetti collaterali o se mai minimizzano, effettuando delle correzioni in corso d'opera nella somministrazione o variazione della molecola, lo fa sicuramente in buona fede, ma il paziente andrebbe comunque informato.

MABIEM: ho già avuto modo di scriverlo più volte: ognuno ha il diritto di chiedere e informarsi su ciò che assume, d'altraparte (cito l'articolo ), per deontologia professionale "Il medico ha il dovere di informare il proprio Paziente sugli effetti collaterali e sulle controindicazioni dell'uso dei farmaci che gli ha prescritto."

FAQ: studi sui farmaci

Sulla base di quali studi vengono prescritti questi farmaci? Solo sulla base di quelli condotti dalle case farmaceutiche che poi li producono e li vendono? In tal caso non esiste un conflitto di interessi?

 

IOPENSOPOSITIVO: Purtroppo si gli unici studi sono quelli delle  case Farmaceutiche, in evidente conflitto d'interesse, infatti dal dopo guerra le malattie psichiatriche sono passate da solo 13 progressivamente a 147 facendoci rientrare anche obesità, dipendenza da alcool, gioco d'azzardo, dal sesso,  ecc. facendone sparire delle altre tipo l'omosessualità
Creando nuovi termini per nuove malattie e sindromi, anoressia obesità, il famoso disturbo dell'attenzione ADHD per il quale, in USA e fra un po' anche da noi, danno farmaci ai bambini, è assurdo e vigliacco, e come chiedere all'oste se il vino è buono.

 MABIEM :Prima di poter semplicisticamente ed erroneamente dire che "gli unici studi sono quelli delle case Farmaceutiche..." suggerirei una documentazione e magari potrebbe essere utile la lettura del libro "“Alla ricerca del farmaco perduto” in cui Carlo Tomino, direttore Ricerca e sperimentazione , oltre che coordinatore dell’Area Pre-registrazione dell’Aifa, propone una full-immersion nel complesso universo del farmaco, dalle sue origini ai confini, ancora tutti da scoprire, della ricerca del presente e del futuro prossimo.